20 Febbraio 2010, 09:16
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Al centro di Palermo tutti pagano il pizzo. Nel “salotto buono” della città l’elenco dei commercianti che si sono piegati al racket è lunghissima: a parlarne ai magistrati è stato il collaboratore di giustizia Maurizio Spataro, che ha tirato in ballo i locali dei vip, le boutique più esclusive e i negozi di classe intorno a via Libertà. Ai verbali del collaboratore di giustizia è dedicato il servizio di copertina di “S”, il magazine che guarda dentro la cronaca, in edicola da sabato 20 febbraio.
“Su via Libertà – ha detto ancora ai pubblici ministeri – mi risulta che pagano, tra gli altri, il bar Aluia, Fiorentino, Bagagli su entrambi i lati della strada, Pizzo&Pizzo, Visiona, il Baretto, pizzeria Biondo, Schillaci calzature e l’hotel Excelsior”. Ma i negozianti, ai quali nella rivista è stata data voce, si difendono: Ippolito Ferreri, ex direttore del ristorante Charme, ha riferito ai carabinieri che non aveva alcun titolo per accettare o rifiutare una richiesta di estorsioni, mentre il titolare di Pizzo&Pizzo e i responsabili del Bar Aluia smentiscono di essere stati raggiunti da richieste del racket.
Ma non c’è solo Spataro: le rivista dedica ampio spazio al sequestro da 500 milioni di euro ai danni di Rosario Cascio, presunto tesoriere di Matteo Messina Denaro, e ai verbali di Gaetano Grado, il pentito della mafia “storica” che sta aiutando gli investigatori a ricostruire la mattanza degli anni Settanta e Ottanta. Nella rivista c’è anche un’intervista a Giovanni Pecoraro, che all’indomani della richiesta di archiviazione per il suo caso parla della sua esperienza in carcere dopo le inchieste sulle dichiarazioni del pentito Marcello Trapani.
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20 Febbraio 2010, 09:16