22 Agosto 2019, 06:04
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PALERMO – Il disequilibrio dei conti al comune di Palermo? Nessun problema, tanto a pagare sarà la Regione. O almeno è questa la convinzione degli uffici di Palazzo delle Aquile che, nel frattempo, hanno anche scoperto che il buco da colmare (con soldi altrui) potrebbe essere non di 11 ma di 17 milioni di euro e che alcuni numeri del bilancio vanno rivisti, dal momento che almeno quelli sulla Tosap non sarebbero attendibili. Non si può certo dire che ci si annoi dalle parti di piazza Pretoria, la cui amministrazione in pieno agosto si ritrova alle prese con un possibile squilibrio di bilancio dagli effetti imprevedibili.
Una situazione complessa per la quale vale la pena di fare un passo indietro. Com’è noto, il comune di Palermo si è ritrovato nel giro di qualche settimana con più di una grana. Prima il deficit strutturale riferito al 2018 che, norme alla mano, significa tariffe dei servizi più alte e stop a concorsi e stabilizzazioni, anche nelle partecipate; poi si è aggiunta la tegola del disequilibrio dei conti del 2019, evidenziato dai Revisori e causato dai soldi che la Rap è costretta a spendere per portare altrove l’immondizia cittadina, visto che Bellolampo rimarrà chiusa almeno fino alla primavera del 2020.
Un evento di certo non imprevedibile, visto che da mesi si discuteva della saturazione della sesta vasca e dei ritardi per la costruzione della settima, ma incredibilmente la richiesta di più soldi (10-11 milioni fino a dicembre) è arrivata solo a fine luglio, quando ormai per legge era vietato aumentare la Tari. Già, perché i soldi per il ciclo di smaltimento dei rifiuti possono essere presi soltanto da lì e non da altri capitoli di bilancio, pena il danno erariale. In pratica il Comune si è accorto troppo tardi che i soldi non bastavano, cioè quando non si poteva più rimediare.
I Revisori hanno quindi segnalato il problema e la Ragioneria generale il 5 agosto ha chiesto a Rap, Srr (cioè la società di regolamentazione rifiuti) e settore Ambiente dati e conteggi per poter dichiarare ufficialmente lo squilibrio, così da far partire i 30 giorni a disposizione del consiglio comunale per intervenire.
Ma il primo colpo di scena arriva due giorni dopo, quando il servizio Ambiente mette nero su bianco che “l’esaurimento della sesta vasca è stato indubbiamente e significativamente accelerato dai conferimenti dei rifiuti prodotti da circa 50 comuni” limitrofi e che la settima vasca “è di competenza regionale”. Da qui la convinzione che i problemi “non sono ascrivibili al sistema igiene ambientale di Palermo, quindi non a Rap, men che meno al comune”. Quindi, continua l’ufficio,”sul piano innanzitutto giuridico non possono sussistere correlazioni tra il maggiore fabbisogno finanziario e il gettito Tari, né un definitivo onere economico in capo a questa amministrazione”. In poche parole, secondo la tesi degli uffici, dovrà essere la Regione a farsi carico dei costi; il Comune, tutt’al più, potrebbe limitarsi ad anticipare le somme da farsi poi restituire. Tesi che però, al momento, non pare essere supportata da alcun atto formale della Regione, mentre la Rap continua a ricevere fatture che non riesce a pagare.
La missiva ha creato non poco scompiglio al Comune, ma a questa il 9 agosto, cioè due giorni dopo, si è aggiunta un’altra nota di Rap che, rifacendo i conti, si sarebbe accorta che per coprire i costi da qui a dicembre non bastano i 10-11 milioni chiesti a fine luglio (e che già rappresentavano un problema), ma ne servono ben 17, cioè tra i sei e i sette in più. Una rivisitazione al rialzo che ha scosso i già fragili conti del Comune e per la quale il Ragioniere generale ha chiesto la congruità sia della Srr che del servizio Ambiente. “Gli ultimi dati forniti da Rap, riferiti al trasporto della frazione residua dopo il trattamento Tmb – spiega l’assessore all’Ambiente Giusto Catania – parlano di un costo di 10 milioni di euro, rispetto al quale, come è noto, è in corso un confronto con la Regione che prevede un nuovo incontro per i primi di settembre. Fino a quel momento, niente allarmismi”. Rassicurazioni che però non sembrano essere arrivate fino in via Roma, dove non risultano ulteriori conteggi della Rap al ribasso.
Il braccio di ferro tra gli uffici, al momento, si è risolto nel più sorprendente dei modi. Il Ragioniere generale, lo scorso 16 agosto, ha preso atto della tesi del servizio Ambiente in base alla quale i costi dovrà coprirli la Regione e non saranno più a carico del Comune e, di conseguenza, ha deciso di non dichiarare lo squilibrio. Il tutto “in attesa di conoscere le modalità attraverso le quali la Regione si farà carico dei costi a valere, in via esclusiva, sul proprio bilancio, rispetto al quale aspetto occorre che la Ragioneria acquisisca un idoneo giuridico che costituisca il Comune creditore della partita di entrata che andrà iscritta in bilancio con apposita variazione entro il 30 novembre”. Insomma niente squilibrio per il momento, in attesa che la Regione si impegni formalmente a pagare di tasca propria i 10 (o 17) milioni del 2019 e le altre somme per il 2020; peccato che, al momento, la Regione non abbia detto pubblicamente di essere disponibile a pagare le somme e che la trattativa sia ancora in corso.
Tutto qui? No, perché se anche la Regione si dicesse disponibile a sovvenzionare la spesa il Comune dovrebbe comunque anticipare le somme e, al momento, non sa come farlo visto che l’anticipazione onerosa di tesoreria è quasi esaurita.
Ma a Palazzo delle Aquile bisogna fare i conti anche con un altro problema, non meno delicato. La Ragioneria generale ha infatti inviato una nota a tutti i dirigenti comunali in vista del primo comitato di direzione, convocato per i primi di settembre: un organismo previsto dal regolamento di contabilità per vigilare sull’andamento della spesa. Una nota in cui si fa riferimento, però, a una criticità di non poco conto e che riguarda “la veridicità delle previsioni di entrata da Tosap e Icp del bilancio di previsione”. In pratica le somme previste in bilancio sarebbero di gran lunga superiori a quelle che realmente si incasseranno, visto che ricomprendono anche il contenzioso, cosa che obbligherà piazza Pretoria a dover rivedere i numeri della manovra già approvata in giunta e che aspetta di arrivare in consiglio comunale. Per fare un esempio, dalla lotta all’evasione Tosap si stimavano incassi per 2,5 milioni ma gli uffici, oggi, abbassano l’asticella a 800 mila euro; e sono in corso indagini anche sui 13 milioni previsti a titolo ordinario e sui 19,6 di riscossione coattiva.
La Ragioneria e l’ufficio Tributi sono già al lavoro per risolvere la questione e hanno chiesto chiarimenti al precedente dirigente, ma il punto è che ci sono milioni di euro dati in entrata ma in realtà molto incerti e non coperti dal Fondo crediti di dubbia esigibilità. “Nei giorni scorsi il Ragioniere generale ha informato me e il direttore generale di una nota inviata al precedente dirigente dei Tributi e segnalando possibili gravi errori sulle entrate previste – commenta l’assessore al Bilancio Roberto D’Agostino – Attendiamo ancora una risposta, fermo restando che i dirigenti rispondono di quanto formalizzato all’atto della predisposizione dei bilanci”. Una situazione che ha creato non poco imbarazzo al Comune e che ha scatenato le opposizioni.
“Una crisi economico-finanziaria diagnosticata già nel 2017 e che è stata celata per troppo tempo da un’amministrazione attiva colpevole – dice Ugo Forello – La deficitarietà strutturale era ampiamente prevista e solo per la cancellazione dei crediti a favore dell’Amat non è stata dichiarata già l’anno scorso. Il caso della Rap e dei costi aggiuntivi ha messo in evidenza lo squilibrio economico-finanziario che è già in atto e per il quale è opportuna la relativa dichiarazione da parte del Ragioniere Generale, considerata anche l’inaccettabile genericità e indeterminatezza della missiva di risposta del dirigente del settore Ambiente. Infine, in questo quadro nebuloso e pieno di incertezza, si aggiunge la questione della valutazione del gettito della Tosap di cui già in occasione dell’approvazione del bilancio di previsione avevo rilevato la evidente erroneità. Si tratta di una somma di oltre 10 milioni di euro che dovrà essere tolta o comunque dovrà portare alla creazione di un ulteriore fondo per crediti di dubbia esecutività”.
“Il consiglio comunale deve riunirsi urgentemente per chiarire la vicenda – dice il vicepresidente d’Aula Giulio Tantillo, in quota Forza Italia – Questa è la richiesta delle minoranze. Il 31 marzo il consiglio ha approvato le tariffe Tari affidando all’ufficio Ambiente ogni iniziativa per l’eventuale aggiornamento dei costi da comunicare entro il 30 giugno. La vicenda della sesta vasca fa emergere un costo di ben 21 milioni iva compresa, ci chiediamo chi dovrà pagare tale somma. Se a carico della partecipata o del Comune ci troveremmo a dover riequilibrare i conti, non vogliamo creare allarmismo ma occorre un chiarimento urgente. La situazione non ci sembra tranquilla, basti pensare che il rendiconto non è stato iscritto all’ordine del giorno perché manca il parere dei revisori che hanno chiesto un supplemento di documentazione che ancora non hanno ricevuto e pertanto non possono asseverare il documento finanziario. La prossima settimana chiederemo di ascoltare tutte le partecipate, gli assessori e i dirigenti dei settori di pertinenza”.
“Giorno dopo giorno, durante i lavori della commissione Bilancio, emergono disallineamenti nei conti del comune e delle società partecipate – dice Fabrizio Ferrandelli – Ci sono differenze notevoli tra le somme tributarie accertate, assestate e riscosse. Ho richiesto la convocazione urgente di un consiglio comunale alla presenza del Ragioniere e del sindaco. Non si può continuare ad andare avanti senza un’azione energica che cambi rotta e tuteli i cittadini”.
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22 Agosto 2019, 06:04