Al via il nuovo anno scolastico | Numeri, dati e problemi in Sicilia

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10 Settembre 2018, 20:09

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PALERMO – Al via anche in Sicilia il nuovo anno scolastico 2018-2919. Dati alla mano, le scuole non sono strutturalmente efficienti, è ancora caos per l’assegnazione di cattedre, supplenti e insegnati di sostegno.

Mercoledì mattina il suono della campanella in Sicilia accompagnerà ben 729mila tra bambini e ragazzi nel loro primo giorno di scuola. Di questi ben 26mila sono alunni con disabilità e 27mila sono ragazzi senza cittadinanza italiana. Asili, scuole elementari, medie e licei, per un totale di 841 plessi scolastici statali, apriranno i cancelli per un anno scolastico molto lungo: ben 211 giorni di scuola. Pochissimi stop alle lezioni: aboliti per quest’anno ponti e vacanze fuori dall’ordinario. Cancellata anche la festa dell’Autonomia del 15 maggio. Garantiti certamente sedici giorni di vacanza in occasione delle feste natalizie e nove giorni per quelle pasquali. Confermati i giorni di vacanza anche per il primo novembre, festa di tutti i Santi, l’8 dicembre e il primo maggio in occasione della festa dei lavoratori.

La metà dei ragazzi sceglie i licei

In base ai dati diffusi dal ministero dell’Istruzione, fra i ragazzi siciliani che frequenteranno le scuole secondarie, continuano a spopolare i licei: su quasi 250mila alunni 123mila scelgono i licei. Staccati, e di molto, gli istituti tecnici e quelli professionali: solo 71mila hanno scelto di frequentare i primi e si ferma a 51mila il numero per i secondi. Ma, mentre chi decide di continuare gli studi ha le idee chiare, il dato allarmante riguarda il numero di ragazzi che sceglie di non intraprendere nessun percorso scolastico. I dati per la Sicilia sono allarmanti: l’Ufficio scolastico regionale parla di circa 15 mila studenti in meno per l’anno che sta per cominciare e di 84mila negli ultimi dieci anni. Una fuga costante dai banchi di scuola che, visti i dati sull’occupazione sull’Isola, non fanno certo sperare in alternative migliori per chi sceglie di non investire nella propria formazione.

Cercasi presidi

A due giorni dall’inizio delle lezioni però a mancare all’appello sono anche i presidi e un quadro chiaro delle assegnazioni definitive per quanto concerne cattedre, supplenze e docenti di sostegno. In Sicilia mancano, infatti, ben 137 dirigenti scolastici. Dopo i pensionamenti infatti, il concorso per la selezione di nuovi presidi è ancora in corso, si deve ancora svolgere la prima prova scritta, quindi anche per quest’anno molti istituti verranno guidati da presidi “condivisi”, ovvero che dirigono più scuole contemporaneamente. In Sicilia le situazioni più gravi si riscontrano ad Enna e a Palermo dove quasi il 50 per cento dei dirigenti scolastici dovrà svolgere un doppio incarico. Caos anche al Provveditorato agli studi per l’assegnazione delle cattedre e delle supplenze. Le operazioni si sarebbero dovute concludere entro agosto, ma gli addetti sono ancora impantanati nelle assegnazioni provvisorie e per la gestione degli insegnanti di ruolo che hanno fatto richiesta di avvicinamento a casa da fuori regione.

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Crescono gli insegnanti di sostegno “in deroga”

Boom di assegnazioni in deroga per gli insegnanti di sostegno. Dopo le polemiche e i ricorsi degli ultimi anni, che hanno visto al centro della cronaca le carenze legate all’assistenza ai disabili, quest’anno il totale degli insegnati di sostegno sfiorerà le 18mila unità. Di queste quasi 6mila in deroga. Tra quelli in deroga, la maggior parte prenderà servizio tra Palermo e Catania: più di 2mila nel capoluogo di regione e altri 2mila nella città ai piedi dell’Etna. Ma per sbrogliare la matassa delle assegnazioni, di sostegno e non, l’ufficio scolastico regionale chiede ad alunni e genitori di attendere almeno due settimane. “Gli uffici del Provveditorato in Sicilia sono in tilt – ha detto Claudio Parasporo, segretario della Uil Scuola – il personale è al minimo. Si parla di appena un responsabile per ogni settore. Si fa il possibile, ma non credo che il regolare svolgimento delle attività potrà partire prima di fine mese. A Enna addirittura ha chiuso la sede del Provveditorato e si delegheranno tutte le pratiche a quella di Caltanissetta. Le scuole Siciliane sono la Cenerentole d’Italia – ha continuato – niente tempo pieno per le nostre scuole dell’infanzia, servizi mensa al minimo perchè i comuni non hanno i soldi per pagare i servizi e il personale. Personale docente e amministrativo ridotto all’osso, senza parlare della sicurezza degli istituti. Le criticità in Sicilia sono infinite, ogni anno sembra di essere in trincea. Ma nonostante tutto si parte e si fa il massimo con gli strumenti che abbiamo”.

Sicurezza: sei scuole su 10 non sono a norma

Le note dolenti arrivano nell’ambito della sicurezza delle scuole siciliane, dove 6 edifici su 10 non sono in regola con le norme antisismiche e di sicurezza. Propio per questo per molti studenti, per esempio a Messina e provincia, la campanella non suonerà, almeno per il momento. Il sindaco Cateno De Luca ha infatti fatto slittare la data dell’inizio delle lezioni nelle scuole che non hanno le certificazioni in regola. Al momento si tratta di 35 istituti, ma il numero potrebbe aumentare con la chiusura della fase di censimento. Decisione in linea con le nuove direttive del Miur che ha stabilito che entro il 12 dicembre dovranno essere sottoposti a verifica tutti gli edifici scolastici situati in zone sismiche 1 e 2. In Sicilia si tratta dell’85 per cento. Ma a fronte di tale collocazione geografica appena il 26 per cento delle scuole siciliane ha effettuato le verifiche sismiche. Senza contare che quasi metà delle scuole nostrane non solo non è in regola con le certificazioni ma è anche troppo vecchia: sono state costruite fra la fine degli anni ’40 e la metà degli anni ’70.

Primo giorno, prime proteste

Edifici quindi che avrebbero un gran bisogno di ristrutturazioni e adeguamenti, proprio per evitare rischi come quelli che l’anno scorso hanno colpito gli studenti della scuola primaria di Palermo Ragusa Moleti, dove il primo giorno di scuola si è sfiorata la tragedia a causa del crollo di parte del tetto. Le cose non vanno meglio a Siracusa dove ieri studenti e docenti dell’Istituto “Enrico Fermi” hanno manifestato davanti alla Prefettura: “Le condizioni dell’Istituto sono soggetto di polemica ormai dà più di due anni – ha detto la coordinatrice della Rete degli Studenti Medi Siracusa, Francesca Totis – Ad oggi l’intero secondo piano dell’edificio è inagibile, insieme al cortile interno, e la condizione nelle classi è più che precaria visti i crolli avvenuti nel periodo estivo”. Stesso problema a Barcellona Pozzo di Gotto, dove gli studenti del liceo “Valli” hanno organizzato un flashmob: “Siamo gli studenti che ogni giorno entrano a scuola con il rischio che possa accadere il peggio – hanno scritto in una nota – che vedono le crepe nei muri, l’umidità al contro-soffitto, gli estintori senza alcuna manutenzione da anni. Siamo gli studenti che denunciano la mancanza di corsi di primo soccorso, la mancanza di corsi di preparazione in caso di terremoto”. Intanto nei giorni scorsi la Regione ha approvato e inviato al Ministero la graduatoria del Piano per l’edilizia scolastica per il prossimo triennio. Si tratta di circa 400 interventi finanziabili intanto con 272milioni di euro tra ristrutturazioni, adeguamenti antisismici e antincendio, ampliamenti o realizzazioni di nuove strutture, mense, aree ricreative, palestre e adeguamenti per gli studenti disabili.

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10 Settembre 2018, 20:09

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