Alcamo, le intercettazioni sugli "intrallazzi" nei concorsi truccati- Live Sicilia

Concorsi truccati, intrallazzi e corruzione: tutte le intercettazioni

Cosa dicevano gli indagati registrati dai carabinieri della compagnia di Alcamo

PALERMO – “La corruzione come sistema di vita”, scrive il giudice per le indagini preliminari Massimo Corleo del Tribunale di Trapani per descrivere la personalità di Giuseppe Pipitone. Sarebbe stato quest’ultimo a pilotare in concorsi pubblici.

In tanti hanno pagato per una raccomandazione. Hanno vinto un concorso battendo la concorrenza a suon di mazzette. Ed è disarmante il fatto che il patto corruttivo fosse finalizzato a indossare una divisa da poliziotto, agente penitenziario o vigile del fuoco. Ad aggravare il quadro c’è il fatto che in tanti sapevano e nessuno è intervenuto, almeno fino a quando non è scoppiato il bubbone.

Pipitone ha sfruttato la sua rete di relazioni ad alto livello. E lo ammetteva senza sapere di essere intercettato dai carabinieri della compagnia di Alcamo, su disposizione della Procura di Trapani: “… io ho smobilitato mezzo mondo al Ministero, ho praticamente disturbato un prefetto, gli ho fatto cambiare la data di esame, ora ha vinto il concorso in polizia, se ne è andato a fare esame e nemmeno mi ha detto niente, capisci? quest’altro bastardo… gli ho dato i libri per studiare… da dove so io e infatti mi ha detto libri buonissimi, non ce li aveva nessuno, perché le domande sono uscite da quei libri e quindi ti… ti lascio intendere da dove sono usciti, gli ho dato gli strumenti, ora questo stronzo nemmeno mi viene a dire niente che ha vinto il concorso alla polizia”.

Tra i ganci di Pipitone ci sarebbero stati il sindacalista Filippo Alessandro Lupo e il vice prefetto Claudio Balletta, che nel giugno 2020 sono stati coinvolti in un blitz della finanza di Benevento per un giro di corruzione nei concorsi delle forze dell’ordine. I concorsi infatti si svolgevano in giro per l’Italia. A Roma soprattutto.

Quando la notizia divenne di dominio pubblico gli altri commissari, che assieme a Pipitone facevano parte delle commissioni, ammettevano che il meccanismo illecito era risaputo. Nessuno, però, ha mosso un dito. Lo hanno confermato solo quando sono sono stati convocati a testimoniare.

Eppure nelle intercettazioni non c’era spazio per lo stupore. Sono state registrate frasi inequivocabili: “… mi telefonava quel c… di Trapani, per sapere come è andato quello… com’è andato quell’altro…”.

O peggio: “Non che sia una sorpresa, perché questi intrallazzi (imbrogli) delle assunzioni e le chiacchiere girano da tempo, da tanto tempo... però è anche vero che la maggioranza del Corpo non è fatta di persone così… purtroppo pagheremo il prezzo per tutti. Tutti pagheremo il prezzo di questa cosa! Tutti pagheremo il prezzo”.

Ed ancora: “A me chiedeva anche prima, anche durante le prove mi chiedeva… si avvicinava ora devo fare l’esame…”.

A qualcuno suonava strano che Pipitone “organizzava i corsi… i corsi sono stati sempre organizzati. I sindacati hanno sempre organizzato i corsi” , e che “lui poi stava in commissione e non l’avrebbe potuto fare”. Il vigile del fuoco, in servizio a Catania, aveva preso in affitto un capannone. Aveva creato una scuola per fare allenare i candidati in vista della prova pratica di esame, ultimo step dopo il quiz preselettivo e gli orali.

Un triplo ruolo quello di Pipitone, allenatore-suggeritore-esaminatore, che avrebbe agito dietro pagamento di una tangente. Il “gruppo” di Pipitone aveva una marcia in più: “Lui secondo me li preparava, gli diceva poi ovviamente stando in commissione quali sono gli errori in cui più facilmente incorrono i ragazzi – spiegava un commissario – tutti partono in quarta con le trazioni , invece è meglio partire un attimo con calma e dare il massimo alla fine… è ovvio che se tu ad una persona gli spieghi guarda fai così, il muro lo salti così, forza sul braccio destro, forza sul braccio sinistro, ora ti sto facendo un esempi…”.

Sospetti, che nessuno ha esternato. Una volta convocati dagli investigatori gli altri commissari hanno ricostruito la strana presenza di Balletta che si aggirava tra i banchi il giorno degli esami.

Poi sono arrivare anche le intercettazioni di Pipitone: “…non solo l’ho raccomandato a Roma, sono andato a Roma, 4 giorni di ferie per stare dietro a lui e impostare tutto, è entrato lì per amicizia mia personale, quindi si può dire che l’ho sistemato io dentro la Polizia… l’ho raccomandato io personalmente e posso dire che è entrato in polizia per me, per le mie amicizie…”.

Così diceva il vigile del fuoco che, come scrive il gip, ha fatto della corruzione un “sistema di vita”.


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