16 Ottobre 2020, 20:04
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PALERMO – Decreto del presidente del Consiglio, ordinanza del sindaco e una buona dose di disinformazione a più livelli: i telefoni dei locali palermitani non smettono di squillare. All’altro capo clienti indecisi sul da farsi, che non sanno più se un’uscita serale sia ormai ridotta a una passeggiata senza mete certe né consumo di alcol. Col weekend e il rischio di nuovi fraintendimenti alle porte, i titolari di diversi pub e ristoranti hanno deciso di rispondere con un hashtag: sulle loro pagine social si stanno diffondendo post corredati dall’espressione “#CorrettaInformazione”, per dare il più possibile un taglio a dubbi e confusione.
L’idea è un risultato del tamtam di chat e telefonate fra i titolari, e basta un ‘giro’ su Facebook per notare che hanno già aderito realtà come il ristorante Salmoriglio e i pub Wanderlust e Cantavespri. L’obiettivo, fa sapere l’intero gruppo di persone dietro all’iniziativa, è far arrivare alla clientela un messaggio chiaro: fino alle 24 i locali che contano sulla somministrazione ai tavoli possono continuare a fare ciò che hanno sempre fatto, cioè servire ogni bevanda a base di alcol di cui dispongono. Il limite orario è quello previsto dall’ultimo Dpcm, superato il quale si abbassano le saracinesche in tutta Italia. Nulla da fare per chi non offre il servizio al tavolo, per cui invece il limite scatta proprio alle 21.
Il post sulle pagine social dei locali recita: “Purtroppo a causa di alcuni titoli giornalistici non corretti, ci tocca dover chiarire che i nostri servizi saranno regolarmente fruiti nel rispetto delle norme igienico sanitarie anti-Covid. Essendo un’attività con somministrazione di cibi e bevande al tavolo non abbiamo nessun problema con il divieto dalle 21 in poi, che riguarda altro genere di attività”.
Il riferimento è anche all’ordinanza firmata dal sindaco Leoluca Orlando, che vieta sì il commercio di alcolici dalle 21 alle 6, ma è rivolta a “esercizi commerciali di vicinato, medie strutture di vendita e distributori automatici di bevande”. Il gruppo di ristoratori e proprietari di pub ci tiene comunque a precisare che “non è in atto nessuna polemica col sindaco, la cui ordinanza è redatta correttamente, né coi giornali autori di titoli poco chiari. Ognuno fa il proprio lavoro com’è sempre giusto che sia. In questo caso ci siamo visti costretti a reagire per raddrizzare il tiro – concludono – e salvare una situazione che rischiava di spingerci ancor più verso il baratro”.
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16 Ottobre 2020, 20:04