La morte di Aldo Naro | Dissequestrata la discoteca Goa

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10 Luglio 2015, 06:15

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PALERMO – Dissequestrato il Goa, ma non potrà ospitare una discoteca. Può riaprire, dunque, il locale notturno dello Zen dove nel febbraio scorso trovò la morte il giovane Aldo Naro. Sono cessate le esigenze cautelari legate alle indagini sull’omicidio del giovane neolaureato in Medicina, ucciso da un calcio alla tempia sferrato da un minorenne reo confesso del delitto.

Sul tavolo dei pubblici ministeri Claudio Camilleri, Siro De Flammineis e Carlo Marzella è arrivata l’informativa conclusiva sulla folle notte in discoteca e secondo i pm, per gli ulteriori accertamenti non serve mantenere chiuso il locale. Che, pero, non potrà più tornare ad essere una delle più popolate discoteche della città. Dopo i tragici fatti del 14 febbraio la questura revocò la licenza alla discoteca.

In questi mesi il Goa è stato controllato da cima a fondo. Centimetro per centimetro. La scena del delitto è stata analizzata grazie ai fotogrammi delle telecamere di sicurezza. Centinaia di persone sono state ascoltate dai carabinieri che hanno dovuto ricostruire ex post quanto accaduto all’interno del locale.

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Una delle certezze è che al Goa lavoravano buttafuori irregolari. Ragazzi dello Zen sottopagati per vigilare sulla serata. È andata diversamente visto che, così emergerebbe dalle indagini, l’intervento degli abusivi avrebbe fatto degenerare la rissa nata quando due giovani hanno preso i cappellini da cowboy a due amici di Aldo. Poi è esploso il caos, culminato nel calcio mortale sferrato da Andrea, il diciassettenne che dopo avere cercato di fare perdere le sue tracce decise di consegnarsi al carcere Malaspina, dove è ancora rinchiuso.

I pubblici ministeri stanno valutando l’informativa per stabilire se, come sembrerebbe emergere con chiarezza dagli atti investigativi, altre persone debbano finire sotto inchiesta. Non è escluso che dovranno essere compiuti ulteriori accertamenti, ma ormai lontano dal Goa che è stato dissequestrato, su richiesta dell’avvocato Mario Bellavista. I fratelli Massimo e Marcello Barbaro, titolari della società che gestisce la struttura, ne rientrano in possesso, ma la licenza da ballo resta revocata.

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10 Luglio 2015, 06:15

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