Alessandra, fidanzato resta in cella| La sorella: “Vogliamo solo giustizia”

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11 Marzo 2019, 17:55

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MESSINA – “Non vogliamo nulla, soltanto giustizia”. E’ un appello disperato quello di Carmen Musarra, la sorella di Alessandra, uccisa a 29 anni a Messina, all’interno del suo appartamento nel quartiere Santa Lucia Sopra Contesse. Sono giorni di lacrime e rabbia per i familiari, che chiedono la verità su quanto accaduto nell’abitazione e parlano di una “messa in scena” di Cristian Ioppolo, il 26enne arrestato per l’omicidio della sua fidanzata.

Oggi è stato convalidato il fermo: come prova principale della sua colpevolezza, il giudice ha considerato il messaggio che il giovane ha inviato al padre della ragazza, fingendosi la vittima. “Era lucido – dice Carmen Musarra tra le lacrime – ha premeditato tutto. Quella terribile mattina è anche andato al bar con mio padre, che era arrivato in soccorso di mia sorella, preoccupato proprio per quel messaggio che aveva ricevuto. Gli ha detto che Alessandra non voleva aprire la porta, mio padre ha quindi cercato di tranquillizzarlo, non avrebbe mai potuto immaginare che era stato lui ad ammazzare mia sorella. Poi è rimasto lì, anche quando Alessandra è stata trovata morta. Sapeva quello che aveva fatto, era pienamente consapevole”.

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Il cadavere della ragazza, picchiata selvaggiamente, è stato trovato giovedì scorso dal padre, nell’appartamento dove Alessandra abitava. A non lasciarle scampo, calci e pugni violentissimi. “Io e lei eravamo legatissime – racconta Carmen -. Anche se vivo a Vicenza da alcuni anni, ci sentivamo ogni giorno. Mia sorella mi è stata letteralmente strappata, era una ragazza dolcissima e fragile allo stesso tempo. In merito alla loro relazione non si apriva molto, ma una volta mi ha detto “lui non è come sembra”. Io mi sono insospettita, ma non ha voluto raccontarmi altro, forse aveva paura. So soltanto che adesso Alessandra non c’è più, per mano di qualcuno che diceva di amarla, ma che l’ha invece privata della sua vita”.

Ioppolo ha parzialmente ammesso ciò che è successo quella sera. Ha raccontato di aver litigato con la fidanzata, poi ha detto di non ricordare altro. Oggi il gip  ha applicato la custodia in carcere, escludendo l’aggravante della stabile convivenza. Ha ritenuto esserci “parziali ammissioni”, considerando i vuoti di memoria dell’indagato “una strategia”. A breve sarà inoltre conferito l’incarico per effettuare l’autopsia sul corpo della ragazza. “Nel frattempo – aggiunge Carmen Musarra – ci sono persone che definirei veri e propri sciacalli, che stanno cercando di raccogliere soldi a nome della mia famiglia. Dicono di raccogliere offerte per Alessandra, fingendosi parenti, ma noi non abbiamo chiesto nulla a nessuno. Non vogliamo niente, lo ribadiamo, soltanto giustizia per la mia amata sorella”. 

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11 Marzo 2019, 17:55

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