21 Ottobre 2013, 11:52
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CALTANISSETTA – “Siamo nella capitale della ribellione da parte dell’imprenditoria onesta nei confronti del racket. Siamo qui a ribadire che lo Stato è più forte dell’antistato e che le forze dell’ordine sono più forti delle forze del disordine, ma soprattutto a ribadire il sostegno e la vicinanza agli imprenditori, a cominciare da Antonello Montante e Ivan Lo Bello che si sono ribellati al racket”. Così Angelino Alfano ministro dell’interno alla fine del comitato ordine pubblico sicurezza nazionale che si è tenuto in prefettura a Caltanissetta. Un sostegno ribadito a chiare lettere anche dai procuratori antimafia e dai procuratori generali presenti. La riunione a Caltanissetta giunge anche all’indomani dell’episodio che ha visto il prefetto Carmine Valente oggetto di minacce. Il vice premier ha voluto ribadire più volte durante la conferenza stampa che lo stato è al fianco di Confindustria nella lotta al racket. Due le direttive nella lotta alla criminalità organizzata la caccia ai latitanti e il carcere duro. Durante la riunione si è inoltre parlato della necessità di una maggiore efficienza dell’agenzia che gestisce i beni confiscati alla mafia, dunque sarà possibile attraverso la dotazioni di nuovi strumenti normativi in materia. “Modello Caltanissetta” così ha definito ciò che accaduto negli ultimi anni nel capoluogo nisseno . “Un nuovo modo di partecipare nella lotta alla mafia attraverso pezzi importanti della società civile come hanno fatto gli imprenditori”, ha detto Alfano. Trentaquattro i partecipanti al comitato tra i massimi livelli delle forze dell’ordine capo dal capo della polizia Pansa ai comandanti generali di guardia di finanza e carabinieri e tutti i capi delle procure siciliane, presente anche il presidente della regione Rosario Crocetta. Confindustria rappresentata da Antonello Montante e Ivan Lo Bello.
“Il codice etico – ha ribadito il presidente di Confindustria Sicilia e vicepresidente nazionale con delega per la legalità, Antonello Montante, – ha portato a centinaia di denunce da parte di colleghi iscritti al sistema confindustriale ed a un numero massiccio di costituzioni di parte civile nei processi per mafia”.
Alfano, non ha escluso l’innalzamento del livello di guardia nei confronti chi denuncia ed è oggetto di continui attacchi da parte del malaffare. “La mafia delegittima isola ed infine ammazza- ha affermato il ministro- noi abbiamo schierato in campo la squadra stato a favore e delle imprese oneste”.
“Quando abbiamo avviato la svolta etica – ha detto il vicepresidente di Confindustria, nonché già presidente degli imprenditori siciliani, Ivan Lo Bello – venivamo da una stagione devastante, con una Confindustria che non aveva più una legittimazione. Così è emersa l’idea di un grande cambiamento. Con il codice etico si è costruita una sorta di alleanza col sistema dello Stato, cosa che non esisteva prima”.
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21 Ottobre 2013, 11:52