04 Marzo 2013, 10:24
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PALERMO – “Abbiamo vinto perché abbiamo ritrovato l’unità”. Ma l’unità cui fanno riferimento, a turno, Angelino Alfano, Renato Schifani e Saverio Romano, è già in crisi. Alla conferenza stampa convocata per commentare “la grande vittoria del Pdl in Sicilia”, mancano due “alleati ritrovati”. Non c’è Gianfranco Micciché e non c’è Raffaele Lombardo. Non solo i due leader, intendiamoci, ma non c’è traccia di Grande Sud e del Partito dei Siciliani. Un’unità, forse, ancora da rinsaldare. Anche all’Ars, magari, sebbene Alfano “svicoli” un po’ sul tema: “Noi siamo grati a Micciché e Lombardo. E abbiamo compensato il loro ‘sacrificio’ con la presenza di loro esponenti nelle nostre liste. Cosa succederà all’Ars? La legge elettorale fa sì che tutti coloro che non fanno parte della maggioranza che sostiene il governatore, sono all’opposizione”.
Ma c’è opposizione e opposizione. E in questo senso, il segretario del Pdl lancia un invito all’Udc. Anche quello siciliano. Che sarebbe caduto nell’errore prima di sostenere il governo Crocetta, poi, nell’idea del centro montiano, “col quale – dice Alfano – pensavano di pescare nell’elettorato moderato, ma si sono dovuti scontrare con la miseria dei numeri”. E il risultato dell’Udc, secondo Alfano, è solo uno dei “sintomi” di una maggioranza, quella che sostiene Crocetta, pronta a sfaldarsi, a liquefarsi sotto il sole delle Politiche. “Il Partito democratico – prosegue Alfano – ha perso voti, il Megafono non ha sfondato, replicando il risultato delle Regionali, l’Udc invece si è quasi estinto, ottenendo un quinto dei voti della passata tornata elettorale. È forse giunto il momento, anche per loro, di riflettere un attimo”. Una riflessione che potrebbe essere favorita, secondo il segretario nazionale del Pdl, proprio dal Presidente della Regione: “I suoi continui errori ci fanno ben sperare. Credo che si tornerà presto al voto, anche in Sicilia”.
In platea, tutte le anime del Pdl. E del Cantiere popolare, come dicevamo. Di ciò che fu Grande Sud, resta il deputato mazarese Toni Scilla, che fa capolino. Poi ecco Pino Firrarello, i deputati rieletti tra cui Gabriella Giammanco, il saccense Giuseppe Marinello e il neo-senatore Francesco Scoma, al quale Francesco Cascio indirizza una battuta: “Mi dispiace che vada a Roma – scherza – adesso con chi litigherò?”. Ma il clima è quello delle feste. Alfano brinda “alla grande vittoria del centrodestra, che ha ottenuto al Senato il premio di maggioranza. La prova che uniti si vince. È questo il dato da cui ripartire. Il centrodestra a ottobre ha perso, oggi ha vinto. E non possiamo non ringraziare il nostro leader Silvio Berlusconi, decisivo anche grazie alla sua visita a Palermo”. Ma come detto, nell’intervento di Alfano, lo sguardo sembra rivolto anche ai palazzi siciliani del potere. “Quel successo – dice infatti – è la dimostrazione di quanto effimere fosse la vittoria di Crocetta. E l’ultimo risultato elettorale va letto anche come una ‘punizione’ che i siciliani hanno voluto dare al governo regionale”.
Insomma, una bella “mazzata” al “Modello Sicilia”, secondo Alfano, che anzi si proietta al futuro. “Se si dovesse tornare al voto – ha detto – a Roma o in Sicilia, siamo certi che la sfida sarebbe tra noi e il Movimento cinque stelle. Non vedo alternative”. Ma nella Capitale, l’obiettivo è quello di evitarle, le elezioni: “Abbiamo chiesto e chiediamo nuovamente al Pd – dice Alfano – di non portare l’Italia a schiantarsi contro un muro. Ma abbiamo notato come – prosegue – in maniera assolutamente anomala, dopo le elezioni il Pd ha aggredito Berlusconi con una violenza persino maggiore rispetto alla campagna elettorale”. E adesso, l’Italia corre il forte rischio dell’ingovernabilità: “Noi non siamo sufficienti a rimediare agli errori della sinistra. Abbiamo dato la nostra disponibilità. Loro invece rischiano di portare l’Italia a sbattere. Ma noi siamo pronti, anche ad andare presto al voto”. A Roma, come in Sicilia. “Sì, anche in Sicilia. Grazie agli errori di Crocetta”.
LA CONFERENZA STAMPA MINUTO PER MINUTO
Angelino Alfano torna in Sicilia dopo la campagna elettorale per commentare il risultato del Pdl.
12.27. La conferenza stampa è finita. Le parole di Alfano in attesa del nostro servizio.
12.26. “Le banche hanno avuto moltissimo, ora restituiscano. La nostra idea? Una moratoria sui mutui”.
12.25. “Vogliamo assicurare governabilità. Ma gli errori della sinistra ricadono sul popolo italiano”.
12.18. “Confidiamo negli errori di Crocetta. Sperando che si torni presto a votare anche in Sicilia”.
12.14. Alfano risponde alle domande dei cronisti.
12.12. “Il modello siciliano sarà modello nazionale. La garà sarà tra noi e i grillini”.
12.10. “Ripresa l’aggressione giudiziaria contro Berlusconi. Il 23 marzo saremo in piazza a Roma”.
12.09. “Berlusconi ha inciso moltissimo, anche in Sicilia”.
12.07. “Manterremo l’impegno preso in campagna elettorale. Lotteremo per l’Imu, come avevamo promesso”.
12.05. “Con le nostre emergenze, la proposta del Pd è occuparsi del conflitto d’interesse. Sono sganciati dai problemi della gente”.
12.03. “L’Udc rifletta sulle alleanze”
12.01. Parla Angelino Alfano: “La Sicilia ha contribuito al nostro grande successo. Crocetta ha avuto una vittoria precaria. Il governo è stato punito”.
11.59. Schifani: “La gente ha fiducia in Berlusconi”.
11.55. Renato Schifani ringrazia Romano: “Alleato fedele. Siamo tornati a vincere in Sicilia”.
11.50. Comincia la conferenza stampa. Parlano Schifani e Castiglione. Ora tocca a Saverio Romano: “Stando insieme, raggiungeremo ogni risultato”.
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04 Marzo 2013, 10:24