Aligrup, l’amarezza di Paolo: |”Ci stanno mettendo alle strette”

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01 Novembre 2012, 14:12

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CATANIA – Chi vive al centro di Catania, Paolo lo ha visto tante volte: fa il responsabile di negozio in un punto vendita Despar. Gli scaffali vuoti e i reparti chiusi rendono il supermercato quasi irriconoscibile. Paolo ha trentacinque anni e da mesi segue con il cuore in gola le sorti del gruppo Aligrup. “E’ chiaro che tutti viviamo un disagio dal punto di vista economico. Abbiamo percepito ieri il primo 25% dello stipendio di agosto”. Con estrema lucidità dice: “Per me la cosa più triste non è tanto la condizione attuale dell’azienda ma quello che si prospetterà domani per i lavoratori. Ho l’impressione che ci stiano mettendo alle strette. Si è presentata la Roberto Abate Spa ed ha fatto la sua proposta: prendere in gestione otto punti vendita, quello che i legali chiamano un investimento economico sostenibile a lungo termine”. La formula astrusa è presto tradotta: “mettere i lavoratori al 60% delle ore lavorate, dunque fare mettere tutti in part-time, non riconoscere i ruoli e i benefit acquisiti nel tempo. Portare tutti al quarto livello, demansionare responsabili e vice responsabili”. Business is business, la forza lavoro una spesa fastidiosa. Insomma, niente di nuovo sotto il sole. “Questo è stato il loro primo approccio che non promette nulla di buono sarà compito dei sindacati intervenire e ottenere condizioni più sostenibili per i lavoratori”. Quando ripercorre le vicende degli ultimi mesi, il termine che ricorre più spesso è “chiarezza”. Quella chiarezza che è, al contrario, la grande assente nella lunga odissea di Aligrup. Ma Paolo è molto determinato. Quando gli chiedo di parlarmi delle difficoltà economiche che vive, lui puntualizza: “io sono molto più fortunato di molti colleghi, ho una moglie che lavora”. Paolo è talmente determinato che è diventato un punto di riferimento per i suoi colleghi che spesso si rivolgono a lui quando (presi dalla disperazione) devono fare i conti con le loro ristrettezze economiche. “Qualche giorno fa un mio collega è venuto da me con le lacrime agli occhi. Ha una bambina. Piangendo mi ha detto che la piccola sta crescendo e lui non può nemmeno comprarle le scarpe. Questa è una situazione veramente tragica, questa è la situazione Aligrup”.

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01 Novembre 2012, 14:12

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