11 Febbraio 2014, 12:27
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CATANIA – Lavoratori Aligrup in presidio davanti al tribunale. Da quaranta giorni attendono quello che definiscono “un sussidio per sopravvivere”, cioè i soldi della cassa integrazione di dicembre. Nel giorno in cui il tribunale sta valutando la possibilità di cedere quattro punti vendita dell’ex colosso Aligrup alla cooperativa Insulae, gli ex dipendenti tornano così a farsi sentire. Dopo le ultime acquisizioni e l’approvazione del concordato preventivo, il futuro di circa cinquecento famiglie è ancora incerto e la pazienza inizia a diminuire. Lo dicono senza mezzi termini i lavoratori che presidiano lo spazio antistante al tribunale. I veri protagonisti di quella che è passata alle cronache come “la vertenza infinita” dicono la loro sull’operato della politica, ritenuta “principale responsabile” di una condizione che continua a protrarsi.
“Stiamo parlando di un’azienda che dava lavoro a circa 1900 famiglie, possedeva 60 supermercati in Sicilia e aveva un indotto di circa 2000 realtà imprenditoriali”. “E’ una vergogna nazionale e nessuno ha mosso un dito”, dice Santo che è stato ricevuto per ben tre volte dal presidente della Regione senza ottenere però “risposte concrete”. I colleghi che lo circondano annuiscono, dai loro volti trapela una certa disillusione. “Questa assurda vicenda va avanti da più di un anno”, conferma uno di loro. Le storie degli ex dipendenti sono tutte tristemente simili.
“Le bollette sono accatastate da qualche parte, ma poco ci importa se non riusciamo nemmeno a pagare le medicine per i nostri familiari”. “Alla nostra età ci ritroviamo a chiedere l’elemosina, ci hanno tolto la dignità”, chiosa Santo. In attesa che qualche nuovo acquirente bussi alla porta, le speranze dei lavoratori iniziano a diminuire soprattutto a fronte delle ultime vicende che hanno interessato i punti vendita acquistati da Coop: le Zagare e le Ginestre. Complice la crisi del settore, infatti, il colosso della grande distribuzione ha messo in cassa integrazione i dipendenti ex Aligrup da poco riassunti.
“Ma cosa hanno fatto? Stanno soltanto allungando l’agonia”, commentano i lavoratori presenti al sit-in. Un’altra nota dolente riguarda alcune mensilità arretrate che potranno essere sbloccate soltanto quando si ultimerà la terza fase della procedura di concordato preventivo. Gli occhi dei creditori, lavoratori in primis, sono dunque puntati sul tribunale che giorno 17 febbraio dovrà pronunciarsi sull’omologazione.
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11 Febbraio 2014, 12:27