17 Ottobre 2013, 19:37
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GIARRE. La notizia della riapertura del reparto di psichiatria all’ospedale “Sant’Isidoro e San Giovanni di Dio” di Giarre, la scorsa settimana, aveva entusiasmato i familiari dei pazienti. Ma oggi l’associazione “Oltre l’orizzonte”, che li raggruppa, si dice profondamente amareggiata per la notizia del trasferimento ad Acireale di due psichiatri che prestano servizio nel Centro di salute mentale del distretto giarrese. Il nuovo depotenziamento, in programma dall’inizio del mese prossimo, non consentirà più di svolgere i servizi e le attività pomeridiane.
“Nei mesi scorsi l’Asp aveva dichiarato che era stata potenziata in modo capillare l’assistenza domiciliare – dichiara Santina Bucolo, presidente dell’associazione “Oltre l’orizzonte” – Invece apprendiamo che dal primo di novembre due psichiatri che sono in servizio in questo Dipartimento di salute mentale saranno spostati su Acireale. Questi psichiatri svolgono un servizio che non potrà più essere garantito”.
Il Centro ha registrato, solo nei primi sette mesi del 2013, da gennaio a luglio, ben quattromila accessi. Numeri importanti, che si traducono anche in una drastica diminuzione di Trattamenti sanitari obbligatori. L’assistenza fornita dai Centri di salute mentale ha proprio il compito di prevenire le acuzie nei pazienti.
“Dimezzando l’orario – prosegue il presidente Bucolo – gli appuntamenti slitteranno anche di due mesi. Ciò significa una lista d’attesa molto lunga per la terapia, ma anche per un semplice colloquio. Si è parlato di potenziamento ma noi chiediamo che quantomeno venga garantito quello che già c’è”.
L’associazione non si arrenderà. Nei prossimi giorni verrà convocato un tavolo tecnico alla presenza di tutti i sindaci del distretto. “Questo ambulatorio ha un bacino d’utenza che va da Castiglione di Sicilia fino a Giarre, Milo, Sant’Alfio, e tutti i comuni della costa ionica – spiega Ettore Pagano, membro dell’associazione ed ex assistente sociale del Centro – Un’utenza che oscilla dagli 80mila ai 100mila nel periodo estivo. Questo territorio ha svolto e continua a svolgere una serie di attività e di servizi che verranno sicuramente tagliati. Ci rendiamo conto della mancanza di fondi ma non si può penalizzare così una struttura. Io credo che i dirigenti debbano avere un ruolo ben preciso – dice ancora Pagano – che è anche quello di contrastare alcune decisioni che vengono dall’alto. Qui manca del personale che è andato in pensione, che deve essere sostituito. Non è possibile che ad essere penalizzata sia sempre l’utenza. Da domani sensibilizzeremo i sindaci del distretto, che sono le prime autorità sanitarie del territorio, e organizzeremo con loro una tavola rotonda. Chiaramente inviteremo anche l’azienda perché vogliamo delle risposte certe affinché venga garantito quello che finora si è fatto”.
Il Centro di salute mentale, dicono i parenti dei pazienti affetti da disturbi psichici, è sempre stato negli anni il loro punto di riferimento. La preoccupazione è che, senza un’adeguata attività di prevenzione, riabilitazione e reinserimento sociale, possano aumentare in modo esponenziale i casi di Tso.
“Sono stato in servizio qui fino a giugno – sottolinea Ettore Pagano – e posso dire che con grande sacrificio degli operatori e degli infermieri si sono realizzate delle cose che vanno aldilà di quelli che sono i normali servizi ambulatoriali medici. Tutto ciò non può essere cancellato con un colpo di spugna. Quando di pomeriggio qui non ci saranno medici e scatta un Tso a Castiglione o a Linguaglossa, i tempi di percorrenza, visto che si parla sempre di economia, e di intervento raddoppieranno. Questi sono sprechi. E poi dobbiamo ricordare che, come previsto dalla legge 180, il reparto è solo un’appendice del servizio territoriale, non il punto centrale. Il punto centrale – conclude Ettore Pagano – resta l’ambulatorio. Il reparto serve solo per le urgenze”.
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17 Ottobre 2013, 19:37