Politica

Allarme dell’Anci Sicilia: “Riforme subito o i Comuni crolleranno”

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06 Novembre 2024, 11:54

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PALERMO – Un tavolo tra la Regione siciliana, l’Assemblea regionale e gli enti locali per affrontare anche con lo Stato in tempi rapidi riforme strutturali per sostenere i Comuni dell’Isola che si trovano in gravi difficoltà sotto diversi aspetti: aumento dei costi per i servizi sociali, asili nido, sistema dei rifiuti, indennità per gli amministratori, crisi idrica, trasporti.

E’ la richiesta che l’Anci Sicilia ha fatto al presidente dell’Ars Gaetano Galvagno e ai capigruppo nel corso di un vertice che si è svolto nella torre Pisana di Palazzo dei Normanni. Il Consiglio regionale ha consegnato un documento al presidente Galvagno per rappresentare i problemi degli enti locali. E aspetta di poter incontrare anche il presidente della Regione Renato Schifani. Senza risposte, l’Anci Sicilia annuncia mobilitazioni.

“Siamo disposti a scendere in piazza con una manifestazione imponente – ha affermato Amenta -. Non è una minaccia. E siamo pronti a impugnare la norma sulle ex Province se si continua a non coinvolgerci. SI fanno accordi con lo Stato non tenendo conto che ci sono nei territori livelli politici che devono essere coinvolti, non siamo d’accordo a nessuna norma che passi nelle commissioni parlamentari senza un nostro coinvolgimento. Le strategia le scegliamo insieme o non ci stiamo. La nostra speranza è che si apra presto il tavolo di confronto che abbiamo chiesto al presidente Galvagno”.

“Alla Regione siciliana, le autonomie locali chiedono la stessa attenzione che le altre regioni riservano, ai propri enti, sul piano finanziario e normativo e di fare fronte unico con lo Stato ricordando che la nostra è l’unica regione che ha coperto solo un quarto del costo per l’adeguamento delle indennità, anche gli amministratori locali chiedono sia riconosciuta loro la stessa dignità dei colleghi del resto d’Italia”, è la rivendicazione dell’Anci. “Col presidente Galvagno c’è stato un confronto molto franco – ha detto il presidente dell’Anci Sicilia, Paolo Amenta, incontrando i giornalisti nella sala stampa di Palazzo dei Normanni -. Abbiamo provato a fare riflettere l’Assemblea rispetto ai temi che stanno mettendo in ginocchio gli enti locali. Non facciamo richieste col piattino in mano ma vogliamo l’avvio di un percorso strutturale sul sistema che sta crollando. Vogliamo che si attivi un percorso già in questa manovra di variazione e in quella di fine anno”.

L’associazione ha evidenziato la “preoccupazione per la grave situazione di stallo che da un punto di vista normativo riguarda gli enti locali dell’Isola, da troppo tempo in attesa dell’approvazione di importanti norme riguardanti: disegno di legge in materia di Enti locali, con particolare riferimento allo status degli amministratori; elezione negli enti intermedi; istituzione, in Sicilia, del Consiglio delle autonomie locali, per adeguarsi al resto d’Italia e incentivare le politiche di sviluppo e per consentire ai Comuni la possibilità di intervenire, attraverso un confronto, sulle norme e sugli atti amministrativi”. Inoltre “120 Enti su 391 si trovano in una situazione di dissesto finanziario e di predissesto”.

“In Sardegna non esistono Comuni in dissesto e le risorse finanziarie destinate in quella regione agli enti Locali in un solo anno, equivalgono in proporzione a quelle che in Sicilia vengono destinate in un triennio”, si legge del documento dell’Anci Sicilia, secondo cui c’è una “grave disattenzione per gli enti locali nella complessiva destinazione delle risorse finanziarie da parte della Regione”. Il tavolo di confronto, per l’Anci, deve affrontare anche “l’impatto di alcune norme nazionali sul contesto siciliano; in particolare, preoccupano le norme in materia di crisi finanziaria, le gravi limitazioni imposte per le assunzioni del personale e gli effetti che avranno i tagli sulle risorse destinate al comparto degli enti Locali”.

In attesa della realizzazione dei termovalorizzatori, l’Associazione suggerisce di “prevedere una dotazione finanziaria per gli extra costi, ovvero il ri-finanziamento della norma relativa al contributo per gli extra costi, in assenza del quale si dovrà intervenire sui costi della Tari e intervenire sulla grave carenza degli impianti di gestione e presenza di un oligopolio caratterizzato da pochi impianti pubblici e pochi impianti privati”. Nella piattaforma dell’Anci anche “il riordino del servizio idrico integrato per garantire criteri di efficienza, efficacia ed economicità, attraverso il rafforzamento della struttura organizzativa delle Ati; interventi per favorire un razionale utilizzo dell’acqua; compensare gli extra costi per l’energia considerando che nel passaggio dei Comuni dal mercato libero a quello di maggior tutela i costi per ogni chilowatt nel biennio 2023/2024 aumentano di quasi due volte e mezzo; trovare specifiche coperture finanziarie per alcune voci di costo tra cui assistenza specialistica all’autonomia e alla comunicazione (Asacom) anche a causa degli adeguamenti contrattuali del personale previsti dal prossimo anno; ricovero dei disabili psichici nelle comunità alloggio; protezione delle donne vittime di violenza”.

C’è la “necessità di finanziare i costi per la gestione degli asili nido attraverso risorse regionali, la rimodulazione dei fondi Pac Pnscia e il confronto con il governo nazionale sull’ipotesi normativa di un ulteriore taglio dei fondi e di un tetto del 15% di copertura su base regionale” e “una specifica azione di sostegno ai Comuni sul fronte del rafforzamento della prevenzione e del contrasto del crimine”. Infine, “al fine di garantire il diritto allo studio è necessario intervenire sulla sicurezza delle scuole e sul trasporto alunni pendolari” per cui “è necessario rifinanziare il fondo progettazione per gli enti locali e il contributo per contrastare il randagismo” e “intervenire per l’integrazione delle risorse per la stabilizzazione dei Lavoratori Asu e per l’integrazione oraria dei Lavoratori stabilizzati negli enti locali”.

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06 Novembre 2024, 11:54

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