29 Luglio 2023, 13:48
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PALERMO – “Alla luce del dato di 939 cento grammi metro cubo della diossina registrato dalle centraline durante gli incendi di Palermo inizieremo una campionatura sul suolo per valutare la ricaduta di queste sostanze nella zona circostante alla zona della discarica Bellolampo e nelle aree limitrofe“. Ad annunciarlo è Anna Abita, responsabile dell’unità operativa complessa della qualità dell’aria dell’Arpa.
“La presenza della diossina non è pericolosa per la respirazione, ma per l’ingestione – ha continuato Abita -. La sostanza tossica si deposita nel terreno ed entra nella catena alimentare, ortaggi, latte, carne. Per questo bisogna verificare nei prossimi giorni quanta diossina sarà presente nei terreni nella zona della discarica”.
È prevista per oggi alle 16 al Comune di Palermo una riunione per affrontare l’emergenza e il sindaco Lagalla ha annunciato l’istituzione di una task force per verificare se siano necessari provvedimenti.
“Il dato si riferisce alla centralina in via Costantino Inserra aria prelevata per 24 ore dalle 22 del 24 luglio alle ore 22 del 25 luglio – aggiunge la dirigente dell’Arpa – non c’è nessun limite stabilito dall’Organizzazione mondiale della sanità in aria ambiente, ma da dei valori indicativi. In ambiente urbano in assenza di una sorgente emissiva specifica quale può essere l’incendio si possano 10 grammi per metro cubo di diossina, mentre già una concentrazione di 300 indica che c’è una sorgente emissiva. Noi ne abbiamo trovati oltre 900. Adesso ci aspettiamo che in aria ambiente visto che è stato spento l’incendio i livelli si siano abbassati”.
“Però le diossine di per sé non scompaiono e sostanze persistenti ed entrano nella catena alimentare – sottolinea Abita – e, ripeto, il problema non è tanto nella respirazione ma la maggiore tossicità la esplicano nell’ingestione. Le diossine sono sostanze liposolubili. Il problema non è tanto nell’acqua forse neanche nell’aria, a meno che non si sia sotto la sorgente emissiva, ma quello che può essere accumulato nel grasso nel passaggio nella catena alimentare”.
“Mi pare che l’aria ormai a Palermo sia sufficientemente pulita, il problema è che la diossina si è depositata sui terreni circostanti e quindi potrebbe entrare nel ciclo alimentare se si consumassero verdure o latte ricavato da mucche che pascolano in quella zona”. Così il capo della protezione civile regionale, Salvatore Cocina, parlando del rischio diossina a Palermo con i cronisti nella sede del corpo forestale della Regione siciliana.
“Quali misure siano stati adottati immediatamente dopo che l’incendio si è sviluppato e quali misure si intendono prendere per monitorare e rilevare l’eventuale stato di inquinamento dei terreni e delle coltivazioni, che potrebbero produrre danni anche a lungo termine per la salute dei cittadini palermitani e siciliani”. Lo chiede Valentina Chinnici, deputata del Pd all’Assemblea regionale siciliana, al presidente, Renato Schifani, con un’interrogazione urgente di cui è prima firmataria sull’incendio nella discarica di Bellolampo a Palermo. “Considerato inoltre – conclude il documento – che incendi di tali dimensioni possono contribuire a indebolire fortemente lo ‘scheletro’ dell’ammasso dei rifiuti, con potenziali collassamenti, anche parziali, nell’impianto e possibili conseguenti movimenti gravitativi di volumi verso il basso. Si chiede se sono state previste le opportune verifiche tecniche al fine di verificare la stabilità dello “scheletro” dell’ammasso dei rifiuti a seguito degli eventi accaduti”.
“L’Arpa, non proprio inaspettatamente, ha comunicato i risultati del monitoraggio dell’aria. I dati sulla presenza di diossina non possono stupire, vista l’entità dell’incendio che ha colpito la discarica di Bellolampo e l’esperienza del 2012. Solo oggi, però, il sindaco Lagalla annuncia la costituzione di una task force che ci auguriamo dia risposte certe, ma soprattutto celeri ai tanti legittimi dubbi dei cittadini e delle cittadine”. Lo dicono la consigliera comunale Mariangela Di Gangi e il consigliere comunale Massimo Giaconia. “Perché se non stupisce la presenza di diossina, stupisce e preoccupa l’inadeguatezza dimostrata dalle istituzioni comunali e regionali nel governare la situazione. Inadeguatezza sommata ad approssimazione nella comunicazione istituzionale. Ci chiediamo se non esistono protocolli da applicare, essendo quello degli incendi nella discarica un rischio storico e noto. Tanti palermitani e tante palermitane nelle ore più dure dei roghi si sono auto-organizzati, al netto dello sforzo encomiabile delle squadre anticendio gravemente insufficienti per numero e per attrezzature spesso inadeguate, e decidere da sé i comportamenti da assumere. E ancora ora però continuano a non ricevere informazioni chiare su quello che è accaduto e soprattutto accadrà. Dalle istituzioni pretendiamo di più. Più chiarezza, più prontezza, piu organizzazione, oltre alla quasi assente applicazione di un basilare principio di precauzione. Pensiamo sia giusto pretendere molto di più di ciò che abbiamo visto, proprio perché se viviamo delle note difficoltà funzionali che impattano anche sulla capacità di affrontare un’emergenza, hanno un particolare dovere di essere chiare e dirette”.
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29 Luglio 2023, 13:48