Allarme rapine in via Maqueda| I commercianti: “Terra di nessuno”

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21 Febbraio 2016, 16:10

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PALERMO – E’ il tratto che dai Quattro Canti porta alla stazione centrale il più bersagliato. In una settimana si sono verificati tre assalti dei rapinatori in via Maqueda, ma si tratta soltanto degli ultimi di un lunga lista. In ordine di tempo, è prima finito nel mirino il tabacchi che si trova all’angolo con via del Bosco, una strada stretta e lunga che conduce ad una serie di vicoli dove chi è entrato in azione è riuscito subito dopo il colpo a fare perdere le proprie tracce. Un rapinatore solitario che indossando un casco integrale e impugnando la pistola contro il titolare si è impossessato di un maxi bottino, ovvero l’incasso di un’intera settimana: novantamila euro.

Due giorni dopo, intorno alle 18, un giovane armato di taglierino ha fatto irruzione nel call center gestito da un cingalese. In quel momento il titolare era da solo e con le spalle al muro ha consegnato al malvivente poche centinaia di euro. A distanza di quarantotto ore, un altro colpo nello stesso tratto di strada. L’assalto in questo caso è avvenuto nei locali di un “money trasfer”, dove decine di extracomunitari avevano depositato i propri risparmi da inviare alle proprie famiglie all’estero. Soldi spariti in pochi minuti, visto che quattro uomini incappucciati ed un complice con casco integrale sono riusciti a scappare con diecimila euro.

E così, nel cuore del centro storico della città crescono l’allarme e la paura. Soprattutto tra i commercianti che si trovano nel tratto non chiuso al traffico, dove quindi è più semplice arrivare a bordo di uno scooter o di un’auto, per poi fuggire a tutto gas. Ma i colpi, anche se meno frequentemente, sono stati messi a segno anche nell’area dell’isola pedonale. Poche settimane fa un immigrato ha fatto intendere di essere armato ed ha minacciato la titolare del negozio di calzature “Butterfly” che si trova nei pressi di via Bandiera. L’indomani la rapina è stata messa a segno in un’attività commerciale vicina gestita da un tunisino: la vittima stava per chiudere il suo negozio di oggettistica quando è stato bloccato da un giovane malvivente che si è fatto consegnare il portafogli.

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A novembre, sempre nella zona pedonale, era invece finito il locale “Don Gelato”, da cui tre uomini erano scappati coi soldi dell’incasso. “Non basta chiudere la strada alle auto – dice Francesco Civilleri, commerciante – bisogna far sentire al sicuro chi lavora, chi trascorre la maggior parte della giornata nei negozi”. “Non possiamo giustificare l’escalation di rapine con la crisi economica – aggiunge Paola Bellavia, che gestisce un bar – perché a questo punto dovremmo andare tutti a rubare. La verità è che noi commercianti non siamo tutelati, dobbiamo installare privatamente le telecamere. Dovrebbe esserci un monitoraggio a tappeto del centro storico, visto che è sempre meno sicuro”.

A fargli eco è il proprietario di una trattoria, Giuseppe B.: “La via Maqueda è terra di nessuno, specie nel tratto aperto al traffico. Noi che lavoriamo nell’area compresa tra i Quattro Canti e la stazione centrale ci sentiamo abbandonati. La gente qui non viene a passeggiare, ormai arrivano soltanto i delinquenti”.

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21 Febbraio 2016, 16:10

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