Allarme sicurezza a Giarre| Patanè (Pd): “Più Stato” - Live Sicilia

Allarme sicurezza a Giarre| Patanè (Pd): “Più Stato”

Il commissario straordinario Antonietta Liotta ha chiesto al prefetto di convocare il Comitato per l'Ordine e la Sicurezza per predisporre azioni mirate ad arginare i fenomeni criminosi in crescita nella zona ionica. Il consigliere provinciale Patanè lancia l'allarme per la città di Giarre.

 

Salvatore Patanè

CATANIA – Dai banchi del Consiglio Provinciale, Salvatore Patané, esponente di punta del Partito Democratico a Palazzo dei Minoriti lancia l’allarme sicurezza per la zona ionica. Un grido per certi aspetti disperato: “Con la crisi economica la percezione della sicurezza si è abbassata, ci vuole più Stato nel territorio”, ha riferito a LiveSiciliaCatania il consigliere Pd. “Oggi – ha aggiunto- la malavita si è convinta che la zona ionica sia un’area dove agire tranquillamente”. “La gente – ha denunciato Salvatore Patanè- non va più in vacanz per non lasciare le case sguarnite”.

Può spiegarci qual è lo stato della sicurezza nell’area ionica?

Quest’area geografica molto vasta, ma anche una zona di dimensioni economiche notevoli, tra centri commerciali, banche e migliaia di partite IVA, è ultimamente sotto l’attacco della piccola e grande criminalità. Mi riferisco al fenomeno del racket, dell’usura, che è sicuramente presente nella nostra città e che emerge soltanto quando qualche coraggioso commerciante lo denuncia.

Non trova che sia una storia nota?

Il problema fondamentale è che in tempo di crisi lo Stato deve puntare alla percezione della sicurezza e dello sviluppo economico. Investire economicamente in un area significa anche sottrarre manovalanza alla criminalità. Se quest’area viene depressa sotto il profilo economico, la manovalanza spicciola cresce.

Entri nello specifico?

Guardi, se avviene, come è accaduto in questi giorni, che proditoriamente una banda di rapinatori tiene sotto ostaggio per mezz’ora una decina di persone in banca, e questo avviene tranquillamente e pacificamente, c’è da pensare che questi signori si siano convinti che Giarre sia un luogo dove si possa agire con tranquillità, dove c’è meno sorveglianza.

Si riferisce all’azione delle forze dell’Ordine?

Con questo non voglio accusare né i carabinieri né le forze dell’ordine, ché fanno già un lavoro straordinario. Ma sono necessari rinforzi. Io ho già chiesto al Commissario Liotta che si faccia interprete di questo sentimento.

Scusi, ma rispetto a quali competenze?

La Provincia non ha competenze in materia, è vero. Non siamo in presenza di problemi alle strutture scolastiche o a questioni di manutenzione stradale. Ma la Provincia, fino a quando esiste, è una istituzione dello Stato. Ed ha un peso politico che deve essere speso per dare voce alle istanze del territorio. La percezione della sicurezza nell’area ionico etnea è molto bassa.

Questo cosa comporta?

Che vi sia anche un problema di reclusione sociale. Nel senso che c’è gente che non fa le vacanze per non lasciare la casa sguarnita. Che non va a trovare i figli perché non vogliono trovare sorprese nell’appartamento. Tutto ciò è dovuto ha una scarsa vigilanza sul territorio a causa delle poche risorse.

Ultimamente, sempre parlando di area ionica e di servizi ai cittadini è scattata la denuncia sulla mancata fruizione di sportelli postali. Che è successo?

In realtà le Poste non sono più quelle che noi tradizionalmente pensavamo potessero essere. Sono divenute manche e uffici di servizi finanziari, dotate di nuova liquidità. E sono per questo oggetto di azioni criminose. Le Poste per questo hanno messo in atto elementi di sicurezza nuovi: porte blindati, accessi di sicurezza controllati, etc. Però hanno anche un rapporto con la clientela molto strano.

Si spieghi.

Un posta a Giovanni Montebello, che è la più lontana dal centro, è rimasta chiusa due mesi e mezzo. Dopo pressioni e raccolte delle firme, abbiamo scoperto che dovevano soltanto cambiare la porta blindata. Ovvero cinque giorni di lavoro.

Perché dunque tutto questo tempo?

Evidentemente c’è qualcosa che non funziona. Sicuramente ai cittadini mancano interpreti validi, perché non si può restare alla mercé di un funzionario.

Invece, quali impressioni sull’Operazione di contrasto al crimine, in tema di rifiuti, Ionia che si è abbattuta sul vostro territorio?

Io sono garantista e non mi sento di dare giudizi sulle persone che in questo momento sono al centro di attività investigative, fra questi peraltro c’è il sindaco di Mascali. A questo penserà la giustizia.

E sul profilo politico?

Una cosa è certa. Noi a Giarre, così come altrove, abbiamo individuato un metodo che si chiama “rifiuti zero” che elimina alla radice questo problema. Perché riducendo la massa di rifiuti che va in discarica, di fatto riduciamo le intenzioni della mala vita di insidiarsi.

Ma quando dice “noi” a chi si riferisce?

A noi del circuito “rifiuti zero”, che abbiamo fondato a Giarre. E che sta avendo dei riscontri, perché il comune di Riposto a già aderito a questa strategia. L’obiettivo è di ridurre i rifiuti per ridurre il quantitativo di denaro che circola intorno alle discariche. Bisogna colpire il giro d’interessi collaterali che gira intorno a due settori: il movimento terra, quello delle costruzioni, e quello dei rifiuti.

Con quale intenzione?

Innescare un processo virtuoso.

 

 

 


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