07 Aprile 2019, 19:30
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ROMA – Il focolaio di Tbc a Treviso, scoppiato le scorse settimane in una classe dove una maestra ha contagiato 21 bambini su 22 nella classe (casi di contagio ma la malattia ancora non si era sviluppata), e alcuni del personale della scuola, è ora sotto controllo ed è circoscritto. La conferma arriva da Gianni Rezza dell’Istituto Superiore di Sanita’ andato nella Asl Veneta a verificare la situazione, che assicura, non desta preoccupazione anche per la pronta risposta della Asl. Tutto e’ nato per la diagnosi fatta ad un bambino in una classe elementare. I medici hanno intuito che l’origine poteva essere un adulto. ”La meta’ dei circa 4.000 casi l’anno in Italia di Tbc sono fra anziani che sono venuti a contatto con la malattia in passato e che si ammalano in eta’ avanzata quando il loro sistema immunitario si indebolisce” ha spiegato Rezza.
La Asl ha condotto il test verificare la presenza del batterio che provoca la malatti su circa 800 persone. Il focolaio e’ stato circostritto e Rezza dopo la verifica nella Asl veneta ha rassicurato sulla situazione che appare al momento pienamente sotto controllo. La maestra, essendo una fumatrice, aveva sottovalutato i sintomi: la tosse persistenze, il dimagrimento e alcune linee di febbre.
Anche la ministra della Salute, Giulia Grillo, assicura che la situazione “è sotto controllo ed è assolutamente circoscritta”. E spiega di essere in costante contatto con gli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità che si sono recati di persona nella azienda sanitaria veneta per verificare che tutto sia gestito nel migliore dei modi. “Non c’è ragione di preoccupazioni irrazionali, perché tutte le misure di controllo e prevenzione sono state tempestivamente attuate dalla Ulss e monitorate dall’Iss. Dalle analisi è emerso che l’insegnante era entrata in contatto con la malattia molti anni fa ed era rimasta latente nell’organismo. Ringrazio tutti gli operatori sanitari che hanno messo in atto ogni misura necessaria per fermare il contagio e assicurare la più efficace profilassi. Questa è la forza del nostro Servizio sanitario nazionale, questa è la sanità che dobbiamo difendere e valorizzare”.
Lo scorso marzo a Torino e’ morto per tubercolosidi uno studente di 19 anni, matricola del Politecnico di Torino. Il giovane era ricoverato da alcuni giorni all’ospedale Amedeo di Savoia e non e’ riuscito a superare la malattia. Originario dello Sri Lanka, e’ probabile che avesse contratto la malattia nel suo Paese d’origine e che si sia rivolto troppo tardi ai medici per le cure del caso.
Attualmente l’incidenza della tubercolosi, in Italia, e’ bassa. In base ai dati forniti in occasione del Tb Day 2019, dal 2012 al 2016 il tasso e’ diminuito dell’1,8% ogni anno e attualmente si assesta a 7,4 casi ogni centomila abitanti, con un tasso di mortalita’ dello 0,7%. Dal 2009 si e’ pero’ verificato un costante aumento della proporzione di casi notificati tra cittadini nati all’estero: si e’ passati dal 44% nel 2005 al 62% nel 2016. Secondo l’ultimo rapporto del Centro europeo per il controllo delle malattie, ogni ora a trenta persone in Europa viene diagnosticata la tubercolosi, che nonostante il calo complessivo del numero di malati, rimane una delle principali minacce di salute. Quello dello studente di ingegneria informatica a Torino e’ il secondo decesso per tubercolosi nel giro di pochi mesi: lo scorso ottobre e’ morta per la stessa malattia una dottoressa che prestava servizio all’ospedale San Paolo di Napoli.
(ANSA)
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07 Aprile 2019, 19:30