02 Maggio 2016, 15:43
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PALERMO – Sono 69 i progetti di ricerca attivi all’Ismett, il centro trapianti di Palermo. Grazie ai suoi progetti di ricerca, sviluppo e formazione, la struttura ha creato 125 nuovi posti di lavoro, subordinati e parasubordinati. Questi i dati che emergono dall’incontro “Sfide e opportunità per la cura e la ricerca del insufficienze terminali d’organo”, che si è svolto stamattina all’Ismett.
L’età media di coloro che ha ottenuto un contratto di ricerca in Ismett è di 32 anni. Nel 60 per cento dei casi si tratta di donne, nell’88 per cento dei casi, inoltre, si tratta di giovani che hanno studiato in Sicilia. Di questi il 6 per cento, aveva lasciato l’isola ed è tornato per lavorare nella struttura all’avanguardia. Sono 87, invece, le borse di studio erogate. Anche in questo caso a beneficiarne sono stati soprattutto (96 per cento dei casi) siciliani. L’Ismett, come ha detto anche il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, è uno dei tre centri siciliani a essere stati inseriti nella lista degli Istituti di ricerca e cura a carattere scientifico. Finora, la struttura ha eseguito oltre 1600 trapianti di fegato, rene, cuore, polmone, pancreas in adulti e bambini provenienti non solo dalla Sicilia ma anche da altre regioni Italiane e dall’estero. I risultati, riportati dal Centro Nazionale Trapianti, sono a livello dei migliori centri nazionali e internazionali.
E l’Ismett oggi guarda anche al futuro. Al progetto “Centro cuore”, che vede l’integrazione tra l’Istituto trapianti e l’Arnas Civico di Palermo e la Fondazione Rimed. Un progetto cui ha fatto riferimento, nel corso del convegno, il direttore di Ismett, Angelo Luca: “L’idea prevede anche l’ampliamento dei posti letto di Ismett, che passerebbero da 78 a 100, se non a 114. Un progetto per cui sono già stati reperiti i fondi strutturali dall’Unione europea”.
“All’Ismett c’è una partecipazione pubblico-privata che funziona con la ricerca anche straniera. Questo ospedale ha tutti i parametri per avere un livello al di sopra della media nazionale. Io credo che il sud possa avere strutture avanzate, voglio che non ci siano differenze con il nord” Lo ha detto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in collegamento Skype con l’Ismett di Palermo. “Adesso dobbiamo puntare all’integrazione con la rete di assistenza siciliana – ha proseguito – L’Ismett può fare da traino per migliorare le prestazioni. In Italia abbiamo difficoltà a fare sistema, ma questa è l’unica strada che possiamo percorrere verso la qualità”.
“Voglio esprimere un grande apprezzamento per questo significativo momento – ha detto il sindaco Leoluca Orlando – che fa comprendere come in questa terra di Sicilia si possa uscire fuori dalla logica dell’eterno presente e fa comprendere come sia importante avere una dimensione progettuale. Ricordo ancora, oltre 20 anni fa, i viaggi a Pittsburgh per cercare di creare le condizioni più adeguate per consentire al medical center dell’università di Pittsburgh di poter venire a Palermo. Non posso non ricordare il grande impegno dell’assessore alla salute, Alessandro Pagano, non posso non ricordare il ruolo straordinario del Cardinale Pappalardo nel promuovere la cultura della donazione e dell’allora Ministro della Salute, Rosy Bindi che comprese la straordinaria importanza della nostra proposta. Oggi possiamo esprimere soddisfazione per ciò che si è fatto e ciò che si farà. Questa mattina serve a far conoscere esperienze e progetti che fra 20 anni saranno realtà grazie alla capacità dei professionisti che operano in questa struttura di coniugare amore e professionalità”.
“Voglio esprimere il mio apprezzamento – ha detto il sindaco Orlando nel corso del suo intervento – per questo significativo momento che conferma come in Sicilia si possa uscire fuori dalla logica dell’eterno presente e quanto sia importante avere una dimensione progettuale” Il sindaco ha anche ricordato i viaggi a Pittsburg di venti anni fa per “cercare di creare le condizioni più adeguate per consentire ai professori universitari del Medical Center per poter venire a Palermo, senza dimenticare il grande impegno dell’assessore alla salute, Alessandro Pagano e dello straordinario ruolo del cardinale Pappalardo nel promuovere la cultura della donazione e dell’allora Ministro della Salute, Rosy Bindi che comprese la straordinaria importanza della nostra proposta. Oggi – conclude Orlando – possiamo esprimere soddisfazione per ciò che si è fatto e ciò che si farà, perché le esperienze e i progetti di oggi, tra venti anni, saranno realtà grazie alla capacità dei professionisti che operano in questa struttura”.
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02 Maggio 2016, 15:43