12 Aprile 2021, 10:21
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PALERMO – Sulla carta risultava un immobile destinato agli alloggi per i dipendenti della Italy Emergenza, la cooperativa che ha gestito dal 2012 al 2018 il servizio di trasporto dei pazienti all’interno del policlinico di Palermo.
Quando i finanzieri sono andati a verificare la situazione a Campofelice di Roccella si sono trovati di fronte un casolare fatiscente. È uno degli elementi su cui si basa l’indagine della Procura di Palermo che stamani ha portato all’arresto di Alessandro Cacioppo, ex amministratore della coop con sede a Messina, e Maurizio D’Angelo ex segretario del Policlinico. D’Angelo, che nel frattempo era stato trasferito e sospeso, è andato in pensione.
Sono stati il commissario dell’azienda Fabrizio Di Nicola, il direttore sanitario Maurizio Montalbano e quello amministrativo Fabrizio Di Bella a scoprire e segnalare ai carabinieri del Nas le irregolarità nel servizio di ambulanze.
A fronte di un canone mensile programmato di circa 70.000 euro l’azienda sanitaria ne ha sborsato circa 55.000 in più. Quando nel 2018, alla scadenza del contratto, fu necessario indire una nuova gara, emersero una sfilza di anomalie.
Non era stato consegnato l’atto notarile di costituzione dell’associazione temporanea di impresa che si è aggiudicata l’appalto, le fatture venivano sempre emesse in favore alla Italy Emergenza, c’erano decine e decine di fatture con valori di “natura non identificabile” eppure su tutte c’era il visto di liquidazione apposto da D’Angelo.
Anche su quelle con cui sono stati pagati circa 15.000 per la presenza h24 di un infermiere sulle ambulanza. Avrebbero spacciato come un servizio aggiuntivo uno specifico punto del contratto di appalto.
Si è passati alle indagini patrimoniali e bancarie. E così i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria hanno scoperto la strana storia di una controversia di lavoro. La Italy Emergenza ha versato 80 mila euro su un conto corrente cointestato a Teresa Ingrassia, figliastra del dipendente pubblico, e al marito Sergio Marco Lupo 80.000.
In pochi giorni, in tempo record, l’azienda ha ricevuto la messa la lettera di messa in mora e ha pagato la somma per chiudere in maniera bonaria la vicenda ed evitare la causa. Secondo l’accusa, non c’era alcun rapporto di lavoro che giustificasse una tale somma (si parlava solo di collaborazioni occasionali). Nei mesi successivi la somma stata girata su un conto corrente di D’Angelo.
E poi ci sono i 50 mila euro del casolare di Campofelice di Roccella comprato da una società da un’anziana signora e poi affittato alla Italy Emergenza.
La cooperativa, ancora prima di stipulare il contratto, ha pagato sei anni di locazione in anticipo. L’immobile veniva descritto “in buone condizioni di manutenzione e completamente arredato con la finalità di utilizzare l’alloggio esclusivamente per sopperire a necessità contingenti di propri dipendenti o collaboratori”. In realtà era un casolare fatiscente. Infine si è pure scoperto che il conto corrente su cui cui sono state accreditate le somme all’anziana venditrice era cointestato con D’Angelo.
L’ex segretario è stato assolto nei mesi scorsi dalla Corte dei Conti, secondo cui le colpe del mancato controllo erano da imputare ad altri. Oggi viene fuori una ipotesi di corruzione ed è finito ai domiciliari insieme a Cacioppo. Quest’ultimo nel frattempo si è trasferito a La Spezia dove ha aperto un’agenzia di trasporti funebri.
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12 Aprile 2021, 10:21