14 Novembre 2024, 05:45
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CATANIA – Una giornata di paura. Con l’alluvione a Catania che all’indomani lascia sul campo la conta dei danni. Ma ancor più che di moneta il danno è morale. Una ferita, quella di ieri, che ha generato dolore. E proiettato tutti nella paura che tutto possa riaccadere e manifestarsi di nuovo.
Non un bel vedere quelle auto trascinate dalla violenza della corrente dell’acqua finire nel mare di Torre Archirafi. Non lo è stato nemmeno imbattersi in quei detriti sparpagliati sulla strada lungo la Timpa di Acireale. Oppur restare sgomenti nel vedere persino una barchetta galleggiare e scorrere almeno mezzo metro sopra l’asfalto lungo le strade: surreale ma vero.
Per non parlare delle scene apocalittiche provenienti dall’autostrada Catania-Messina. Automobilisti in balia degli allagamenti delle carreggiate. Con le auto rimaste in panne. Con le richieste di aiuto e soccorso. Ostaggi della A18.
È stata una giornata che ha incastrato sentimenti di terrore e sconforto dinanzi ad un evento previsto ma ingestibile. Perlomeno in queste condizioni di fragilità del territorio.
In 12 ore sono caduti 500 millimetri d’acqua, hanno spiegato ieri dal dipartimento della Protezione civile siciliana. Evidenziando poi come “gli ingenti danni a Torre Archirafi” sono stati causati “dall’esondazione dei torrenti Babbo e Archi, pesantemente cementificati a valle”.
Già nella giornata di martedì, la prefettura di Catania aveva attivato il Centro coordinamento soccorsi. “La cosa più importante è stata che in una situazione di grave pericolo non ci siano stati né feriti, né dispersi”, ha detto il prefetto Maria Carmela Librizzi. Un dato che offre sollievo se paragonato all’energia ed alla furia dirompente dell’acqua.
E nell’inferno della giornata appena trascorsa, merita di essere valorizzato il lavoro e l’impegno dei Vigili del Fuoco, della Protezione civile e dei tanti volontari che hanno permesso (ma che sono tuttora in campo) che l’allerta meteo non si tramutasse in tragedia. Non si sono risparmiati: hanno dato ancora una volta l’esempio.
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14 Novembre 2024, 05:45