28 Dicembre 2022, 19:55
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PALERMO – Tra tre giorni, esattamente il 31 dicembre, la commessa 1500, il numero di pubblica utilità del Ministero della Salute istituito nel periodo dell’emergenza sanitaria, che occupa circa 500 lavoratrici e lavoratori in tutta Italia, tra i siti produttivi di Almaviva di Palermo, Catania, Rende, Napoli e Milano cesserà la propria operatività. Almaviva, quindi, non avendo ricevuto alcuna proroga del servizio, ha potuto far altro che comunicare a tutto il personale coinvolto che sarà dall’inizio del nuovo anno sarà collocato in cassa integrazione al 100%.
Nell’incontro tecnico svolto lo scorso 7 dicembre tra le organizzazioni sindacali, il Ministero del Lavoro, Il Ministero delle Imprese del Made in Italy, il Ministero della Salute al fine di affrontare congiuntamente la vertenza Almaviva che interessa migliaia di lavoratori, in particolare in Sicilia, – si legge nella nota diffusa dalle sigle sindacali che rappresentano i lavoratori del call center – il sindacato aveva espresso tutte le preoccupazioni sui gravi rischi occupazionali che potrebbero determinarsi, a partire proprio dalla commessa 1500 in capo al Ministero della Salute.
In quella occasione il dicastero della Sanità aveva comunicato di voler valorizzare le competenze acquisite in questi 3 anni, trasformando il servizio 1500 in un numero di pubblica utilità da dedicare a campagne vaccinali, prevenzioni sanitarie per malattie virali endemiche, ecc… traguardando continuità lavorativa per almeno 100 fte. Tenuto conto che il percorso descritto prevede una tempistica di realizzazione non di breve periodo, il Ministero si era impegnato a prorogare il servizio 1500.
Le Segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil stigmatizzano il comportamento del Ministero della Salute. “È inaccettabile che lavoratrici e lavoratori che nel pieno dell’emergenza sanitaria, con professionalità ed abnegazione, hanno rappresentato la ‘voce’ dello Stato per i cittadini italiani vengano abbandonati dallo Stato stesso. Dall’1° gennaio questi lavoratori saranno collocati in ammortizzatore sociale, ma ancor più grave è la mancanza di una prospettiva occupazionale concreta per il futuro. Non lasceremo intentata alcuna strada, a partire dal chiedere l’intervento dei massimi rappresentanti dello Stato. Quanto si sta consumando in queste ore non trova altra definizione che ‘vergogna di Stato’. Un committente pubblico che dopo aver utilizzato, per oltre 2 anni, centinaia di lavoratori li condanna ad ammortizzatori sociali prima ed alla disoccupazione poi. Il governo – conclude la nota – si faccia carico del destino delle lavoratrici e dei lavoratori di Almaviva, convocando un tavolo d’urgenza e richiamando a responsabilità tutte le committenti, a partire da quelle pubbliche“.
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28 Dicembre 2022, 19:55