Almaviva, sindacati in allarme| “5 mila posti a rischio”

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23 Dicembre 2013, 16:28

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PALERMO – Più di 4 mila posti di lavoro a rischio e la possibilità concreta che uno degli operatori di call center d’Italia lasci l’isola per altre destinazioni. E’ questa la drammatica situazione che vivono i dipendenti dell’azienda di telecomunicazioni e tecnologie che ha sede a Palermo e Catania.

L’allarme viene dato dalle tre principali sigle sindacali che, dopo mesi di trattative e tavoli tecnici con la Regione ed il Comune di Palermo, si sono ritrovati nell’hotel Opera Plaza di via Nicolò Gallo per discutere dell’ormai annosa questione della mancanza di locali che accolgano gli operatori telefonici. “Ad oggi Regione e Comune non hanno trovato una soluzione – dice il segretario segretario Uilcom Uil Giuseppe Tumminia – o ancora meglio uno stabile che possa permettere di continuare a lavorare e allontanare il rischio che Almaviva decida di chiudere per sempre in Sicilia. Ciò che vorremo è una maggiore trasparenza da parte proprio dell’azienda unita ad una maggior concretezza da parte degli assessorati regionali competenti”.

A pesare sull’attuale situazione è dunque la chiusura delle due sedi del capoluogo, quella di via Cordova e via Marcellini, che ha messo in allarme 4mila e cinquecento lavoratori. Nel caso di via Cordova l’affitto della sede si aggirava intorno ai 100 mila euro mensili, un prezzo troppo alto per l’azienda che ha deciso di non rinnovare il contratto stipulato con il proprietario dell’immobile.

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“L’unica soluzione percorribile – dice Francesco Assisi, segretario Fistel Cisl Palermo Trapani – è quella di trovare un’unica sede capace di recepire gli oltre 4 mila lavoratori palermitani di Almaviva. Stiamo parlando di un’azienda che ha un bacino maggiore a quello che aveva la Fiat qui sull’isola. Tra Palermo e Catania ci sono quasi 20 mila lavoratori che rischiano, da un giorno all’altro, di perdere il proprio impiego. Almaviva protrebbe infatti decidere di passare i propri servizi in appena 48 ore in Albania o in Romania dove uno stipendio medio è di 200 euro al mese. Quello che denunciamo, e che vogliamo venga messo in evidenza, è che in gioco c’è il futuro di 5mila famiglie. Noi siamo pronti a scendere in piazza per difendere i nostri diritti”.

“La società – aggiunge Maurizio Rosso, segretario Slc Cisl – si era resa disponibile a trasferire la sede legale di Almaviva, oggi a Roma, nel capoluogo siciliano, dove tra l’altro lavora la parte più cospicua di operatori a livello nazionale, ma ad oggi non abbiamo nessuna notizia in merito. I vertici di Almaviva sono venuti anche qui in Sicilia senza però convocarci. Osserviamo, come nei settori delle infrastrutture e dell’industria, che anche gli investimenti nel terziario sono ormai nulli. Adesso basta con i proclami è necessaro trovare una soluzione nel più breve tempo possibile”. Una nuova bomba sociale, almeno dalle premesse, sta per abbattersi su Palermo.

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23 Dicembre 2013, 16:28

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