26 Maggio 2016, 18:17
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ROMA – Ennesima sospensione, ennesimo rinvio. Tutto slitta al 30 maggio alle ore 15, quando al nuovo tavolo siederanno ancora una volta l’Almaviva Contact, ferma sulle sue posizioni, e il Governo che avrebbe invece proposto di sfruttare una serie di ammortizzatori, per un totale di 36 mesi, e far fronte così ai 3mila esuberi annunciati. Il tavolo tra il governo, Almaviva e i sindacati per trovare una via d’uscita alla vertenza che riguarda i lavoratori del colosso dei call center è durato più di due ore. Le parti si sono sedute al tavolo nel tardo pomeriggio, dopo una convocazione lampo da parte del governo. Dopo il nulla di fatto dello scorso 24 maggio, l’esecutivo ha premuto sull’acceleratore della vertenza, convocando un nuovo tavolo al ministero dello Sviluppo economico. Al civico 2 di via Molise, a Roma, sono così arrivate, ancora una volta le parti sociali e l’azienda per scongiurare i 2.988 esuberi su scala nazionale tra Palermo, Roma e Napoli. Riaprire la trattativa è stato necessario dopo il “no” dei lavoratori ai contratti di solidarietà fino a novembre in cambio dello stop immediato dei licenziamenti.
Una convocazione a sorpresa che è stata annunciata solo in mattinata. Il punto di partenza dell’Almaviva Contact è chiaro e coincide, peraltro, con le ragioni per cui lo scorso marzo la società ha annunciato il piano di riorganizzazione del gruppo. “Il piano di riorganizzazione aziendale di Almaviva Contact si è reso indispensabile per la necessità e l’urgenza di riportare l’azienda in condizioni di corretto equilibrio industriale nell’attuale contesto di mercato – si legge in una nota aziendale -. Come evidenziato dall’avvio della procedura, il pluriennale ricorso a strumenti di solidarietà difensiva, che comportano un costo molto rilevante per la società, non è assolutamente più sufficiente a fronteggiare la situazione di crisi strutturale e la gestione degli esuberi dichiarati”.
Ammortizzatori insufficienti, dunque, per far fronte alla crisi del call center che registra una perdita di un milione e mezzo di euro. “Ad oggi, la valutazione sulla tipologia e sulla durata degli ammortizzatori sociali – prosegue Almaviva Contact -, la cui disponibilità è stata comunque sottolineata dalla Viceministro dello Sviluppo Economico Bellanova, può essere considerata unicamente in presenza di contestuali proposte dirette ad affrontare nell’immediato ed in modo strutturale l’insostenibile condizione di squilibrio economico di AlmavivA Contact, garantendo la messa in sicurezza dell’Azienda e dei suoi lavoratori”.
Intanto, il segretario nazionale di Italia dei valori, Ignazio Messina, lancia l’allarme: “Milleseicentosettanta a Palermo, novecentoventi a Roma, quattrocento a Napoli: sono i licenziamenti che tra due settimane scatteranno nell’azienda Almaviva. Sono numeri da guerra civile e scontro sociale nel Mezzogiorno. Per evitare il dramma nel Sud Idv presenterà in Senato un’interpellanza al Governo. Pur riconoscendo la seria difficoltà dell’azienda che perde commesse a favore di concorrenti che hanno collocato la loro sede in zona extra Ue, concorrenti che non rispettano le regole previste per chi opera con trasparenza e legalità – osserva Messina -, Almaviva sbaglia a procedere con i licenziamenti. Per Idv è il governo che deve dettare le regole del gioco. Noi proponiamo, tra le altre cose, sanzioni per i call center extra Unione Europea che non segnalano all’utente la provenienza del contatto e che il vincitore della gara sia vincolato da una clausola sociale di passaggio dei lavoratori dall’azienda che perde l’appalto a quella che lo vince”.
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26 Maggio 2016, 18:17