22 Ottobre 2013, 17:18
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CALTANISSETTA- Le foto che non vedrete ritraggono dei volti immortalati da dietro, le ombre di persone senza più appigli. Non ve le mostriamo perché è giusto rispettare il naufragio, proteggendo quel barlume di vita che è rimasto intatto. Invece, la bambola è qui. E’ lei la protagonista. E’ lei che col suo viso riassume i lineamenti degli uomini e delle donne invisibili che la tengono in braccio, per arpionare il senso e la cognizione del cuore.
Il comunicato spiega di che si tratta: “Al Centro Alzheimer di Caltanissetta, gestito dalla società cooperativa Etnos, è stato avviato un nuovo servizio finalizzato a stimolare, mediante l’utilizzo di bambole ‘speciali’, una risposta emozionale nei pazienti della struttura. Il laboratorio Doll Therapy consentirà di mettere in atto un innovativo trattamento non farmacologico il cui obiettivo vuole essere l’arricchimento di nuovi stimoli nell’approccio relazionale per i malati con un deterioramento cognitivo grave e medio-grave. L’accudimento delle bambole empatiche permette infatti di instaurare una nuova forma di comunicazione con gli assistiti, spronandoli nell’attivazione di relazioni tattili e cognitive, nel dialogo, nell’esternazione delle loro emozioni e, soprattutto, nel recupero delle loro funzioni genitoriali vissute nel ruolo di madre o padre”.
Nel tentativo di recupero, è stata realizzata una vera e propria “nursery” con fasciatoio, vasca da bagno per neonati, passeggino, accessori utili per l’accudimento dei “bebè”. In sottofondo – ci informa scrupolosamente chi lavora nella cooperativa – “una caratteristica atmosfera musicale che riproduce le “ninna nanne” di un tempo. Le protagoniste indiscusse di questa terapia sono le bambole che, da giocattoli, diventano un vero e proprio strumento terapeutico che sembra voler riprodurre a perfezione le caratteristiche dei lattanti. Lo sguardo, il peso, la ‘pelle’ vellutata e morbida, il profumo emanato e il battito cardiaco (riprodotto mediante un meccanismo elettronico posto al loro interno) facilitano la creazione della relazione con i malati di Alzheimer. È importante sottolineare che questa terapia permette ai pazienti di vivere momenti di profonda intimità alla ricerca di sé stessi e di quegli istinti protettivi sepolti da tempo e, nel tentativo di creare una relazione con gli educatori, si instaura e si rafforza il legame affettivo con gli stessi.
Affidando queste ‘bambole emozionali’ ai pazienti con Alzheimer, si trasferisce anche la sensazione di fiducia nell’accudimento delle stesse. Le risposte emozionali alla Doll Therapy possono diversificarsi in base alla gravità della malattia e alla differenza di sesso dei pazienti, ma nella maggior parte dei casi, queste bambole riescono a tirar fuori da queste persone quelle emozioni, quei sentimenti positivi e quella dolcezza che sembravano essersi assopite. Per maggiori informazioni alle famiglie che vivono la malattia, è possibile chiamare il numero 0934-510323 oppure recarsi in viale Luigi Monaco n. 109 presso la RSA dell’Asp n. 2″.
Chi ha dovuto portare la croce di un malato di Alzheimer, chi lo ha visto, chi ha incontrato un parente o un amico colpito dalla malattia sa valutare i contorni dell’assenza. Il corpo è piagato da un disordine che appare incontrollato, secondo il caos della mente. L’uomo o la donna in sofferenza perdono tutto quello che, in una vita precedente, li rendeva riconoscibili a se stessi. E continui ad amarli nella memoria di ciò che erano, nella tenerezza protettiva che questi spiriti vaganti sollecitano. E’ piovuta una bambola tra le braccia, da qualche parte della speranza. Stringerla vuol dire già ricordare un po’, con le mani, pezzo dopo pezzo, come era fatto il volto dell’amore.
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22 Ottobre 2013, 17:18