10 Ottobre 2013, 20:11
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CATANIA. Non v’è dubbio che sia un periodo nero per lo sport isolano, non soltanto catanese. La scelta dell’Amatori Catania di ripartire dalla Serie C, abbandonando malinconicamente il torneo di A di rugby, è solo l’ultimo atto di un declino che sta flagellando l’intero movimento sportivo. Un club che per 50 anni aveva raccolto successi e attestati di stima in tutta Italia e che ha sempre lasciato una forte impronta sociale nella città di Catania. Un’icona della città etnea, o meglio la squadra della città, che in tempi relativamente recenti aveva fatto sognare persino il tricolore. Ne ha parlato con grande rammarico il neopresidente della Federazione Italiana Rugby Sicilia, Orazio Arancio, che in esclusiva per Livesiciliacatania ha tracciato un bilancio inevitabilmente negativo per quel che concerne il rugby etneo e siciliano, ma in generale per lo sport come movimento.
Orazio Arancio, stiamo assistendo a continue scomparse e rinunce nello sport in Sicilia. L’ultima triste realtà è quella dell’Amatori Catania, cosa ne pensa?
“La rinuncia da parte dell’Amatori è soltanto la punta dell’iceberg. Lo sport siciliano è al collasso! Non è solo un problema legato al rugby, ma anche ad esempio della pallavolo e del basket. Le squadre siciliane sono praticamente scomparse dai campionati nazionali di riferimento e, inoltre, in Sicilia non si vince quasi più. Quattro anni fa ero stato proprio io a lanciare il grido d’allarme per quel che stava accadendo e sarebbe poi accaduto da lì in avanti nella nostra regione. Un appello che allora non fu raccolto da nessuno, rimase praticamente inascoltato. Soltanto oggi noto le reazioni dei politici che stanno aprendo finalmente gli occhi, quando però è già troppo tardi e una società gloriosa e storica come l’Amatori ha dovuto compiere un grande salto all’indietro”.
Da ex giocatore biancorosso ha offerto piena disponibilità per il ripescaggio dell’Amatori in Serie C. Era l’unica soluzione possibile?
“Non c’erano vie d’uscita alternative, ovvero mancando le giuste garanzie non era possibile per il club etneo affrontare un campionato dispendioso sotto il profilo economico come la Serie A. La scelta della società è stata chiara, cioè salvare il mezzo secolo di storia del club, sebbene di recente abbia cambiato denominazione (da Club Amatori Sport Catania ad Amatori Sport Catania) e si sia inserita una nuova dirigenza. Ripartire dal basso per riportare in alto il rugby catanese e siciliano: è stata una scelta difficile da prendere, ma al tempo stesso di grande orgoglio e spirito sportivo. Il rugby a Catania sta conoscendo il momento più basso della sua storia, già l’anno scorso abbiamo assistito alla scomparsa del San Gregorio Rugby, di cui sono stato allenatore per tanti anni anche in Eccellenza. Sono venute a mancare in appena un anno le due realtà di riferimento della pallovale siciliana, che oggi è rappresentata esclusivamente dall’Amatori Messina e dal Padua Ragusa in Serie B. Tempi di magra, senza nemmeno una squadra siciliana nei campionati nazionali che contano”.
L’anno scorso si arrivò vicini alla fusione tra le due squadre, Amatori e San Gregorio appunto. La franchigia sarebbe potuta essere una soluzione valida?
“Certamente. Avrebbe potuto essere la soluzione ai mali che stavano investendo il rugby. Quando abbiamo proposto la fusione all’Amatori facevo ancora parte della società del San Gregorio, ma il club biancorosso non accettò la nostra proposta. Oggi magari avremmo potuto parlare di una realtà siciliana della pallovale saldamente aggrappata alla Serie A. Un vero peccato!”.
Come fermare questa fase discendente?
“Da anni, come detto, mi batto per risollevare le sorti dello sport siciliano, da sempre gravato dalla mancanza di impianti sportivi adeguati sia sotto il profilo numerico che per quel che riguarda la gestione degli stessi. Faccio un esempio per far comprendere lo stato di assoluto disagio: basti pensare che Palermo, la capitale siciliana, non disponga di un impianto destinato unicamente al rugby! Soltanto campi adattati e per di più anche mal gestiti. Anche ad Acireale c’è una situazione simile che mette a repentaglio il movimento rugbistico nella cittadina acese. Prima di tutto, dunque, bisogna reperire gli impianti, servono i campi adeguati sul quale far giocare le nostre formazioni e in cui si possa attaccare sui muri anche una semplice foto di squadra. L’altro fattore determinante per una risalita degna di tal nome sono i settori giovanili. È necessario puntare sui giovani, come sta giustappunto facendo l’Amatori Catania, allargando i vivai. In definitiva, adesso bisogna rimboccarsi le maniche e pensare al bene dello sport catanese e siciliano per riportarlo ai fasti che merita”.
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10 Ottobre 2013, 20:11