17 Ottobre 2019, 11:51
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ROMA – Ecco perché chi fuma è più a rischio di diabete: nel cervello la nicotina si lega a recettori che controllano ‘da remoto’ la capacità del pancreas di produrre insulina (ormone che regola lo zucchero nel sangue), riducendo la quantità di ormone rilasciato dall’organo. Lo rivela uno studio su topi condotto presso la School of Medicine del Mount Sinai e pubblicato sulla rivista Nature, che per la prima volta fa luce sui meccanismi con cui il fumo aumenta il rischio di ammalarsi di diabete. I Centers for Disease Control and Prevention statunitensi di recente hanno stimato che i fumatori hanno un rischio del 30-40% maggiore di sviluppare la malattia rispetto ai non fumatori. Ma restava da capire in che modo il fumo aumenti il rischio. In questo studio gli esperti hanno scoperto che in una regione del cervello chiamata ‘abenula’ la nicotina attiva dei recettori chiamati ‘nAChR’ e che, così facendo, limita produzione e rilascio di glucagone e insulina (i due ormoni deputati al controllo della glicemia, ovvero la concentrazione di zucchero nel sangue) da parte del pancreas. Come conseguenza di ciò la glicemia sale e questi sbalzi glicemici aprono la strada nel tempo al diabete. Infine gli esperti hanno scoperto il ruolo anche di un’altra proteina nel favorire tutto questo processo: la molecola ‘Tcf7l2’, in assenza della quale la nicotina non riesce più a legarsi ai recettori dell’abenula e quindi a compromettere la produzione insulinica da parte del pancreas. “I nostri risultati sono importanti perché descrivono un meccanismo che controlla sia le modalità con cui la nicotina dà dipendenza, sia i circuiti neurali che contribuiscono allo sviluppo di malattie legate al fumo, come il diabete” – afferma Paul Kenny, che ha coordinato il lavoro. “Questi risultati suggeriscono che almeno alcune delle malattie correlate al fumo hanno origine nel cervello, negli stessi circuiti che controllano la dipendenza da nicotina”. “Viene purtroppo confermato che chi fuma ha un maggiore rischio di sviluppare diabete – sottolinea in un commento all’ANSA Francesco Purrello dell’Università di Catania e presidente della Società Italiana di Diabetologia. Ed è ormai accertato che chi ha il diabete e fuma, ha un rischio molto elevato di malattie cardiovascolari (infarto miocardico, scompenso cardiaco, ictus cerebrale) oltre che di cancro al polmone. Si innesca un letale circolo vizioso. Un motivo in più per non fumare o smettere di farlo – continua Purrello. In particolar modo nei giovani stiamo già assistendo ad un aumento del diabete di tipo 2, che generalmente compariva solo dopo i 55/60 anni. Questo è legato al fatto che anche nei giovani si sta riducendo in modo preoccupante l’attività fisica. Il fumo potrebbe essere in alcuni di questi soggetti un fattore precipitante verso il diabete”, conclude l’esperto.
(ANSA)
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17 Ottobre 2019, 11:51