02 Marzo 2013, 14:01
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PALERMO – Gli ex dirigenti dell’Amia di Palermo, la società che gestisce la raccolta dei rifiuti e che attualmente è in amministrazione controllata, condannati in primo grado per falso in bilancio nel biennio 2005-2006, se la caveranno per la prescrizione del reato: il sostituto procuratore generale Enza Sabatino ha chiesto alla quarta sezione della Corte d’appello il loro proscioglimento.
Tra gli imputati c’é anche l’ex senatore di Pdl e Udc Enzo Galioto, che in primo grado era stato condannato a 2 anni e mezzo. La mancata querela da parte dell’ex sindaco Diego Cammarata (il Comune è socio unico dell’ex municipalizzata) non ha fatto scattare l’aggravante che avrebbe aumentato i tempi della prescrizione. Con Galioto saranno prosciolti l’ex direttore generale Orazio Colimberti (che era stato condannato alla stessa pena); gli ex componenti del Cda Antonino Giuffrè, Giuseppe Costanza e Camillo Triolo (condannati a 18 mesi in primo grado); i membri del collegio sindacale Angelo Canzoneri e Francesco Arcudi (12 mesi) e Gaetano Mendola (8 mesi).
Per i giudici di primo grado, gli imputati avrebbero fatto figurare in bilancio entrate inesistenti per 60 milioni di euro, nascondendo perdite per 48 milioni. Un’operazione basata sulla compravendita fittizia di parte del patrimonio immobiliare e di alcuni mezzi attraverso contratti con una società (l’Amia Servizi srl) creata per questa ragione.
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02 Marzo 2013, 14:01