18 Dicembre 2016, 05:37
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CATANIA – Amministrative 2017. Ci ha pensato il referendum del 4 dicembre a congelare tutto: strategie, coalizioni, nomi. E, perché no, anche le segreterie. Nonostante tutto, però, qualcosa sul territorio si muove. Tra i big il mantra condiviso è “vietato sbagliare”, per questo la tattica comune del momento è quella di prendere quanto più tempo possibile e studiare i movimenti in campo. Ma il voto è ormai sul piatto e mai come stavolta la partita è un risiko gigantesco. La tornata è vasta, i Comuni al voto sono venti. E mentre nel maggio di cinque anni fa si arrivò alla scadenza naturale delle cariche inconsapevoli dell’imminente voto Regionale (Raffaele Lombardo si dimise da Palazzo d’Orleans in estate spiazzando tutti), stavolta c’è un filotto di date in scadenza che rende gli equilibri in campo ancor più articolati. Roba che neanche il manuale Cencelli servirebbe a qualcosa. Basti pensare che nella cintura etnea andranno alle urne comuni di peso numerico come Paternò e Misterbianco; o economicamente floridi quali Sant’Agata Lì Battiati, Aci Bonaccorsi e Nicolosi, sede peraltro del Parco dell’Etna, ente che in questa tornata è quanto mai centrale. Nella ridda c’è anche Aci Catena, città ancora stordita per l’arresto del sindaco Ascenzio Maesano, uomo che nell’altra partita, quella delle Regionali, era già in ballo da tempo. E con buone probabilità di spuntarla, pure. Ecco, allora, i possibili equilibri in campo nell’area metropolitana.
Aci Bonaccorsi. Partita a due per il post Mario Alì, che ha già deciso non bissare il mandato. Sin da ora, è assai semplice la griglia nella “Svizzera dell’Etna”. E non solo per il sistema elettorale che è il maggioritario secco. A raccogliere l’eredità dell’Amministrazione uscente, c’è – ed è già ufficiale – l’attuale assessore all’Ambiente, Sport, Politiche Giovanili e Viabilità Salvo Tomarchio, 24 anni di età ed esponente del Nuovo Centro Destra di Giuseppe Castiglione. Di contro si troverà l’usato sicuro targato Vito Di Mauro che di Aci Bonaccorsi è stato sindaco già tre volte (1988, 1997, 2002).
Aci Catena. La drammatica uscita di scena di Ascenzio Maesano, finito in manette per presunte tangenti, non ha fatto altre che scrivere ciò che già si sapeva da tempo. Cioè che in primavera si sarebbe comunque votato per il rinnovo degli organi comunali. La partita, va da sé, è ora più complessa e nervosa. La richiesta di legalità è alta, tant’è che il presidente della Regione a optato affinché sia l’ex pm Enzo D’Agata a guidare il Camune in questa questa fase d’interregno. Si presenta con le carte in regola l’ex sindaco Nello Oliveri, esponente di #DiventeràBellissima, Da sinistra, invece, Basilio Orfila di Aci Catena Bene Comune, potrebbe ritentare la scalata al Palazzo. Anche in zona cinque stelle l’attesa è alta, un nome ancora non c’è, semmai c’è da portare innanzi al corpo elettorale l’esito della vicenda Gettonopoli che è stata sollevata appunto dagli attivisti grillini. C’è tuttavia da capire cosa faranno i raggruppamenti e i leader storici, da Pippo Nicotra, Nicola D’Agostino e Basilio Catanoso. Da quanto si apprende, prima di febbraio non ci sarà nulla di concreto. Per ora rimbalzano soltanto le ipotesi, che sono più di piazza che di segreteria. Fra queste la possibile candidatura il vicesindaco uscente, Giovanni Grasso, che non ha mai nascosto la volontà di puntare alla poltrona più alta di Aci Catena. Coltiva lo stesso sogno anche Agata Maiorca.
Di sicuro c’è che il dem Nino Di Guardo è ancora in campo e si candiderà ancora una volta a guidare il Comune di Misterbianco. Sull’altra sponda è tutto fermo, o quasi. Ma dalla zona Sammartino-Sudano, in una disputa tutta interna al centrosinistra, pare sia in arrivo il ticket Carmelo Santapaola – Maria Antonia Buzzanca. Marco Corsaro, intanto, è pronto a fare un passo in avanti. Dal canto suo, la Sicilia Futura di Nicola D’Agostino, che proprio in quel di Misterbianco ha il segretario provinciale, Matteo Marchese, che si prepara ad ogni evenienza dotandosi sia da ora, come già annunciato alla stampa etnea, di due liste (una civica e una ufficiale) pronte all’uso.
Strana piazza quella di Nicolosi. Ultimi sgoccioli di mandato per Nino Borzì, l’unico sindaco in quota Crocetta della città metropolitana. Se fino a qualche mese fa era pressoché certo che a raccoglierne l’eredità amministrativa sarebbe stata Marisa Mazzaglia, l’attuale guida del Parco dell’Etna – tanto che tra i corridoi si parla con insistenza di una probabile staffetta ai vertici dell’Ente con il primo cittadino uscente – pare che ultimamente in zona centrosinistra qualcosa stia mutando. Un cambio di equilibri che potrebbe favorire l’ascesa dell’ex consigliere provinciale dem Antonio Rizzo. Rumors e non solo. Sembra avere le idee chiare, invece, Angelo Pulvirenti, pronto a guidare l’attuale opposizione di centrodestra.
A Paternò, c’è l’uscente Mauro Mangano che resta il candidato in pectore del Pd. Tuttavia, in quella che è la città in cui il No al Referendum costituzionale ha raggiunto la quota plebiscitaria dell’82%, la situazione politica rimane frastagliata ed in continua evoluzione. In questo quadro, appaiono certi di scendere in campo il giornalista di filosofia civica Anthony Distefano e l’ex amministratore Nino Naso. Così come anche la presidente del consiglio Laura Bottino. Dibattito aperto sul fronte del centrodestra con i nomi più in “voga” che sono quelli degli attuali consiglieri comunali Ezio Mannino e Alfio Virgolini. E con il M5S che deve ancora sciogliere il nodo sulla candidatura ufficiale. Nella vicina Santa Maria di Licodia, invece, è certa la ricandidatura dell’attuale primo cittadino Totò Mastroianni incalzato, al momento, dal consigliere comunale d’opposizione Angelo Capace che ha già annunciato la sua discesa in campo. Ma nel corso delle prossime settimane non si escludono altre prese di posizione.
Partita a sé è quella di Sant’Agata lì Battiati. Il civico Marco Rubino è in campo da cinque anni e anche più. Da quando cioè perse il ballottaggio con l’autonomista Carmelo Galati. Da allora ha deciso di fare il sindaco ombra e l’outsider di lusso. Per lui la rivincita è ora tutta da giocare. Dalla sua parte big del calibro di Luca Sammartino, Valeria Sudano e il sindaco di Mascalucia, Giovanni Leonardi. In attesa che Galati possa individuare ufficialmente il proprio delfino, Otello Floresta si è fatto avanti con chiarezza. C’è da capire però quale sarà il futuro di Salvo Mavilla, attuale presidente del Consiglio comunale e voce critica della maggioranza. Guardando il suo profilo Facebook, pare sia pronto ad “assumersi” la “responsabilità” di cambiare le sorti del paese. Vedremo.
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