05 Febbraio 2019, 12:37
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PALERMO – Amministrative il prossimo 28 aprile in Sicilia, con eventuale turno di ballottaggio il 12 maggio. Dunque niente election day con le Europee di maggio. Elezioni di secondo grado per Liberi consorzi e Città metropolitane il 30 giugno. Lo ha deliberato ieri la giunta di governo riunita a Catania. Per i sei liberi consorzi i sindaci dovranno eleggere presidente e consiglio, mentre nelle tre Città metropolitane si leggeranno solo i consigli perché il presidente coincide con il sindaco del comune capoluogo. Aci vorranno quindi ancora quattro mesi per tornare alla democrazia nelle ex Province, che sono commissariate da più di cinque anni dopo una lunga serie di pasticci normativi. Nel frattempo gli enti di area vasta sono precipitati in una grave crisi finanziaria, con Siracusa al dissesto e Messina “chiusa” dal sindaco metropolitano Cateno De Luca proprio per le gravi difficoltà finanziarie in cui versa l’ente. Quanto alle amministrative, i comuni in cui si voterà sono 34. Tra questi Caltanissetta, Mazara del Vallo, Aci Castello, Bagheria, Monreale e Pachino. “Mentre la Sicilia arranca, la Regione Siciliana decide di buttare centinaia di migliaia di euro non accorpando le elezioni amministrative con le elezioni europee. Uno scherzetto che ci costerà quasi un milione di euro. Musumeci si vergogni”. A dichiararlo è il deputato europeo del Movimento 5 Stelle Ignazio Corrao. Risponde l’assessore regionale alle Autonomie locali Bernardette Grasso: “La data del 28 aprile, individuata dal Governo per le prossime elezioni amministrative nell’Isola, è stata una scelta obbligata dalla decisione del Parlamento siciliano. Nella legge regionale, che consentirà finalmente alle ex Province di tornare al voto, dopo anni di continui commissariamenti, infatti, è stato previsto che il rinnovo dei sindaci e dei Consigli comunali fosse antecedente a questa consultazione. Visto che a fine maggio si voterà anche per il Parlamento europeo, quindi, non c’erano altre possibilità. L’ipotesi di un ‘election day’ tra amministrative ed europee non era praticabile perché avrebbe fatto slittare le elezioni di Città metropolitane e Liberi consorzi dei Comuni a dopo il 30 giugno, costringendoci all’ennesima norma di proroga dei commissari straordinari e quindi con ulteriori costi per gli Enti locali”.
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05 Febbraio 2019, 12:37