10 Luglio 2017, 17:57
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CATANIA – E’ di nuovo tensione all’interno dell’Amt. L’Azienda metropolitana di trasporto continua a navigare in acque burrascose, non soltanto per la delicata situazione finanziaria – che, stando alle parole del presidente, la cui carica è giunta a scadenza, Carlo Lungaro, sta per essere migliorata – ma anche per il clima interno, sempre più caldo.
I rapporti tra i dipendenti e i vertici aziendali pare si stiano infuocando sempre di più, e non certo per il clima torrido di questi giorni, per le mancate rassicurazioni in primis sulla revoca dell’ordine di servizio 38 sia per le condizioni in cui sono costretti a lavorare autisti e personale viaggiante. Un clima sempre più teso anche per la prossima scadenza dell’incarico a Lungaro, che non può essere più prorogato, per le voci sulla possibile nomina di Claudio Iozzi – che qualcuno vorrebbe molto vicino al capo di Gabinetto del sindaco Bianco, Beppe Spampinato – e di una possibile cessione di parte dell’azienda. Tutte incertezze che i lavoratori iscritti ai sindacati autonomi Fast Confsal e Faisa Cisal, mettono nero su bianco in una lunga lettera aperta. A parlare è uno di loro, ma li rappresenta tutti. Di seguito il testo:
“Rivolgo questa mia lettera a tutti coloro che con un glaciale e crudele menefreghismo hanno permesso il fallimento totale di un’azienda come l’AMT, non rendendosi conto del loro fallimento come amministratori di un’azienda di pubblica utilità e di pubblico dominio, la quale avrebbe meritato più rispetto e più attenzione, proprio perché i veri proprietari sono i cittadini paganti che ogni giorno usufruiscono di un servizio essenziale per ogni fabbisogno personale di mobilità .
Mi rivolgo a tutte quelle persone che chiuse nei loro uffici climatizzati e blindati, muovono le fila del triste destino dell’azienda metropolitana trasporti, ormai rantolante e moribonda, assistendo inermi al massacro di più di settecento persone che vi lavorano e di autisti che sputano sangue sotto il caldo rovente in dei cassoni chiamati bus, ormai distrutti dall’usura, lerci e pericolosi per coloro che vi viaggiano sopra.
Mi rivolgo proprio a coloro che incapaci di gestire e risolvere i problemi di questa azienda ci abbandonano in prima linea a fare da scudo e da filtro, vittime di violente ed assurde aggressioni per la rabbia di una cittadinanza ormai incazzata nera, esausta e stanca di aspettare sotto il sole rovente d’estate , al freddo e la pioggia d’inverno, un autobus che forse non passerà mai.
Mi rivolgo a quelle persone che vogliono far credere che tutto vada bene quando invece non va bene niente ed è tutto un disastro, perché non esistono più mezzi, perché non esiste più struttura aziendale non esiste un direttore, non esiste gerarchia, a cominciare dalla dirigenza fino ad arrivare all’esecutivo. Mi rivolgo all’ormai dimissionario presidente Lungaro che ci accusa di pubblicare balle mediatiche, e mi viene voglia di dire che se le nostre sono balle mediatiche, come mai non esiste più un servizio di trasporto a Catania? Come mai la gente aspetta ore ed ore un autobus? Come mai siamo costretti a lavorare con mezzi da rottamazione prive di ogni sicurezza per l’incolumità fisica sia del conducente che per i passeggeri? Lei lo sa signor Presidente dimissionario Lungaro che si staccano spesso e volentieri pezzi all’interno delle vetture andando a finire addosso alla gente che viaggia? Lei lo sa signor Presidente che le bussole cadono mentre la vettura è in marcia? Lei lo sa che molti autisti che tutti definiscono fannulloni si collassano dalla forte calura e vanno a finire al pronto soccorso per mancanza di climatizzazione? Lei lo sa signor Presidente che continuiamo a prendere botte ogni giorno insieme ad insulti, sputi, umiliazioni e offese alle nostre famiglie, alle nostre mogli, ai nostri figli? Lei non sa signor Presidente che ci hanno persino augurato le peggiori fini, tipo un tumore al cervello solo perché cerchiamo di portare a casa un pezzo di pane e mantenere i nostri debiti da persone oneste?
Voi amministratori tutti che credete di risolvere un disastro del genere solo con un bilancio scritto fatto di soli numeri o con un miserabile vergognoso ordine di servizio n. 38 che serve solo a togliere diritti acquisiti e riconosciuti a livello nazionale e che serve solo a speculare sulle disgrazie dei lavoratori, come mortalità , parenti disabili (legge 104), donazione sangue, malattie gravi improvvise ed ancora straordinario e sacrifici accumulati solo per portare a casa qualcosa in più per arrivare a sbarcare il lunario.
Voi che ci attaccate addosso un contatore come se fossimo delle macchine, voi che frugate dentro le nostre tasche per tirarci fuori le cinquanta euro in meno dallo stipendio cosa volete ottenere? Con quello che risparmiate sulle nostre disgrazie e i nostri sacrifici non ci potete comprare nemmeno le cialde del caffè che prendete giornalmente nei vostri uffici blindati e climatizzati, mentre noi prendiamo botte fuori dalla gente, sotto il caldo afoso e in mezzo a troppi rischi per la nostra vita e per la vita di chi viaggia su quelle fatiscenti vetture, facendo da scudo alla vostra incapacità di gestire questo disastro.
E le autorità di controllo? Le istituzioni? Il Prefetto? Dove sono? E lei signor Sindaco? lei che ci aveva riempito di speranzose promesse, dove è finito? Stiamo ancora aspettando i suoi ambiziosi progetti. Quante volte abbiamo chiesto il vostro intervento e quante volte abbiamo ricevuto solo false promesse mai concretizzate. Ma deve necessariamente succedere un dramma per risolvere i problemi in questa città di nessuno?
A voi dunque mi rivolgo e dico se non siete in grado di far risorgere questa azienda investendo sul lavoro e sulle risorse vere, invece di colpire sempre chi nonostante tutto la tiene in vita con le unghie e con i denti ed è il caso di dirlo con il sangue, andate via, lasciate spazio a chi ha voglia di dare un nuovo volto all’azienda ed una nuova dignità a chi ne fa parte e chi ci lavora con onesta dedizione.
Io sono la voce dei lavoratori e volevo esprimere tutto il mio sdegno verso colui o coloro che hanno permesso e continuano a permettere tutto questo massacro. L’azienda è un bene prezioso per la città di catania e nessuno ha il diritto di distruggere ciò che è di utilità indispensabile per la collettività e questo vale sia per chi la dirige sia per chi ne fa uso. Speranzoso che queste mie parole possano sortire effetti positivi di rinascita, mi firmo: la voce dei lavoratori”.
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10 Luglio 2017, 17:57