01 Settembre 2017, 05:17
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CATANIA – Non sarebbe la prima è neanche l’ultima volta. Di fronte ad importanti appuntamenti elettorali, come quelli regionali del prossimo 5 novembre, la tentazione di assegnare posti di sottogoverno nelle partecipate degli enti locali è dietro l’angolo. Non importa se l’azienda sia sana o in agonia. Lo sanno bene i sindacalisti autonomi che rappresentano parte della forza lavoro all’interno dell’Amt: l’azienda infatti, è priva di vertice da tempo – con il presidente Lungaro, il cui incarico è scaduto nel mese di luglio, che continua a operare in proroga, il cda composto da un solo membro, e nessun direttore generale – e tante poltrone sembrano a disposizione, pronte per essere assegnate. Il tutto di fronte a nessuna notizia sulla prossima assemblea dei soci che dovrebbe scegliere la governance.
Un’attesa, questa, che potrebbe nascondere la volontà, da parte del socio unico, e quindi del Comune di Catania, e quindi del sindaco Bianco, di temporeggiare ancora un po’. Forse per stabilire a quale degli alleati “assegnare” l’ex partecipata. Come fatto in precedenza con Sostare, ad esempio, poi assegnata a Luca Blasi, espressione di Sicilia futura.
E non è certo un mistero che, proprio la gestione dell’Azienda metropolitana trasporti fosse uno dei “desideri” dell’area ex articolo 4 del Pd, i sammartiniani insomma, che avevano già espresso il nome di Puccio La Rosa, presidente nominato e poi spinto a lasciare per presunta mancanza di requisiti. Che ora, dopo l’approvazione da parte del consiglio comunale del nuovo Statuto, sono però meno stringenti.
Che il prossimo presidente possa essere nuovamente l’ex consigliere comunale, non è affatto da escludere, anche se difficilmente La Rosa o chi per lui potrà fare molto per l’azienda. Altra preoccupazione dei sindacalisti di Fast Confsal e Faisa Cisal, che parlano di condizioni più che disastrose per l’azienda di trasporto pubblico locale. Il mancato accordo raggiunto tra azienda e dipendenti, il mantenimento dell’odiatissimo ordine di servizio 38, la mancanza di prospettive, l’ammontare dei debiti e le condizioni dei pochi mezzi in circolazione, le motivazioni avanzate da Giuseppe Cottone, rappresentante provinciale Bdella Fast Confsal.
“La situazione è grave – afferma. L’ordine di servizio è stato consolidato, non si sa ancora se l’azienda avrà un amministratore unico o un cda, non ci sono mezzi e ci sono preoccupazioni che il 2018, quando dovrebbero arrivare gli autobus acquistati con i fondi Pon metro, sia troppo tardi. In più, continuano a non arrivare le somme dovute dal socio unico, Comune di Catania, circa 40 milioni”.
Insomma, una situazione molto delicata che, secondo il sindacalista, potrebbe portare presto al default. “Che fine ha fatto la revisione della rete? – si domanda Cottone – e i Brt? Dovevano essere quattro le linee veloci e invece, ma l’unica attivata, la Due Obelischi – Stesicoro, ha di fatto perso la sua funzione, il percorso è deteriorato, privo di manutenzione, tanto è vero che è stato necessario eliminare la corsia di via sant’Euplio e deviare il bus”. Incertezze che aumenterebbero con l’approssimarsi delle elezioni. “Temiamo azioni di sciacallaggio – continua il sindacalista, chiunque verrà in Amt potrà fare molto poco, con un’azienda senza soldi e senza prospettive”.
Elementi, questi, che potrebbero non interessare a chi sarà chiamato a gestire l’ex partecipata del comune, oggi SPA con unico socio Palazzo degli elefanti, “che potrebbe accettare – conclude Cottone – solo per fare la sua passerella, promettendo mari e monti, pur sapendo che se non ci sono i soldi e che difficilmente le cose cambieranno”.
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01 Settembre 2017, 05:17