15 Ottobre 2011, 10:38
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“Un cambio totale dell’attuale scenario politico, altrimenti fra dieci anni a Palermo non sarà cambiato nulla”. L’Ance Palermo, per bocca del suo presidente Giuseppe Di Giovanna, dà la sua ricetta per risollevare la città in vista delle prossime elezioni amministrative. E annuncia che alle prossime Giornate dell’Economia, in programma per novembre, i costruttori edili presenteranno proposte di immediata attuazione per il bene della città.
Ormai la campagna elettorale per la successione a Diego Cammarata è iniziata. Che bilancio traccia di questi ultimi dieci anni?
“C’è stata una prima parte sicuramente positiva, in cui non solo il sindaco ma l’intera amministrazione si è mostrata attiva. Poi ce n’è stata una seconda, che è quella attuale, in cui l’amministrazione è completamente assente, una fase indecorosa, improponibile. Ma quando parlo di amministrazione non mi riferisco solo al primo cittadino, ma anche al consiglio comunale”.
Pensa che ci siano responsabilità comuni fra sindaco e consiglio?
“Certamente, sono come il secchio e la corda: uniti nelle responsabilità. Basti vedere tutti i rinvii, tutti i pretesti accampati per non approvare nulla, per non decidere, per restare inefficienti. Come associazione, da tempo, chiediamo che si sblocchino tantissime cose come il Peep, il piano regolatore del porto, i Prusst, l’edilizia convenzionata. Ma tutto rimane fermo e il cimitero dei Ciaculli ne è un perfetto esempio”.
Il consiglio comunale ha stralciato la parte del project financing. Non ha condiviso la scelta?
Secondo me chi ha bocciato quel progetto lo ha fatto per una totale ignoranza di come funziona il project financing. Averlo bocciato significa averlo rinviato di almeno cinque anni. Non era previsto alcun cambio di destinazione d’uso, chi non vuole i privati sbaglia. I privati non farebbero quello che vogliono, seguirebbero sempre le direttive del consiglio. In più si avrebbe una gestione privata di una struttura che col tempo diverrebbe pubblica”.
Cosa chiedete al prossimo sindaco?
“Che ci sia un cambio totale dello scenario politico attuale, altrimenti fra dieci anni a Palermo non sarà cambiato nulla. Noi stiamo formulando delle proposte, che avanzeremo in occasione delle Giornate dell’Economia, che sono immediatamente attuabili e aiuterebbero un settore che non può più aspettare e che è trainante per l’economia cittadina”.
Cosa si aspetta dalla prossima campagna elettorale?
“Noi chiediamo che si inverta una tendenza deleteria che ormai da anni si è affermata a Palermo: la tendenza a incoraggiare il precariato senza tenere in considerazione la vera imprenditoria, che creerebbe posti di lavoro e ricchezza. Si mantengono in vita aziende pubblico-private che producono debiti o lavori senza alcun riscontro economico, per la volontà politica di avere un bacino di voti perenne, senza stabilizzare nessuno e lasciando i lavoratori nel limbo”.
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15 Ottobre 2011, 10:38