24 Novembre 2013, 16:29
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PALERMO – Centinaia di scarpe rosse, per dire no alla violenza sulle donne. Rosse come il sangue di quella violenza che le ha zittite per sempre. Alcune ordinate e in fila, alcune scomposte, sono un cromatico monito finalizzato al ricordo di tutte quelle donne assassinate il più delle volte da un uomo tra le mura domestiche e non.
Così Palermo ha voluto ricordare tutte le donne uccise. Alla vigilia della Giornata Internazionale contro il femminicidio, a piazza Castelnuovo è stata riproposta l’installazione “Zapatos Rojos”, dell’artista messicana Elina Chavet. Un’iniziativa del Rotaract distretto 2110 Sicilia-Malta, con la collaborazione dell’associazione Generando e del coordinamento antiviolenza 21 luglio.
Il progetto si prefigge lo scopo di sensibilizzare tutto il territorio siciliano alla dura e straziante realtà vissuta da molte donne sole che subiscono violenze, affinché si possa mettere fine a questo drammatico fenomeno. Ogni scarpa, reperita attraverso il passaparola, rappresenta la marcia di quelle donne a cui è stata spezzata la vita. A piccoli e grandi passi queste scarpe avrebbero voluto camminare ancora. Ad esse sono stati negati chilometri di sogni, di speranze, di vita. Un marito, un ex fidanzato, un padre, un ex compagno o uno sfruttatore: uomini che hanno ucciso perché non sono riusciti a superare la fine di un rapporto. Casi di stalking, stupri, violenze psicologiche che tante donne hanno trovato il coraggio di denunciare, pagando a caro prezzo questa scelta.
L’installazione delle “Zapatos Rojos” è stata realizzata per la prima volta a Ciudad Juárez, città di frontiera nel nord del Messico, dove moltissime donne vengono stuprate dalle numerose gang criminali e centinaia assassinate e rapite sotto l’indifferenza del governo locale e federale. A Juárez il 20 agosto 2009 33 paia di scarpe sono state esposte in piazza per ricordare chi non c’è più. Il progetto si è poi diffuso in Texas, Argentina, Spagna, Norvegia fino ad approdare in Italia, per la prima volta, nel 2012. Prima Milano, poi Bergamo, Torino, Lecce, Genova, Reggio Calabria e adesso Palermo.
“Per troppo tempo noi donne abbiamo subito sulla nostra pelle gli effetti di una società maschilista e patriarcale – dice Gabriella Esposito, presidentessa dell’associazione Generando -. Maltrattamenti, violenze fisiche, psicologiche ed economiche, ancora oggi, ci costringono ad uno stato di inferiorità, se non a pagare con la nostra stessa vita il ‘peccato’ di essere nate di sesso femminile. Queste manifestazioni, alle quali sono benvenuti e invitati a partecipare anche gli uomini, oltre a sensibilizzare l’opinione pubblica, devono servire a farci conoscere e riconoscere tra noi, forti, unite e solidali nel contrastare ogni tipo di violenza”.
Presente all’iniziativa anche Valentina Gueci, esperta d’arte e di educazione: “Questo progetto è un evento storico per la città di Palermo. Attraverso questa forma d’arte si darà vita ad una grande partecipazione femminile e maschile, poiché è agli uomini che il messaggio deve arrivare”.
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24 Novembre 2013, 16:29