15 Novembre 2013, 16:00
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CATANIA – Un aeroporto sano, dalle enormi potenzialità e che cresce, così come a crescere è l’interesse delle compagnie aeree che, sempre più numerose, decidono di investire. Eppure, la Comunità europea non sembra essere di questo avviso, dal momento che l’aeroporto internazionale Vincenzo Bellini è stato escluso dalla rete Core della Ten-T. Il famoso declassamento a “comprehensive” che condanna lo scalo a non ricevere i finanziamenti dell’Ue, essenziali per il suo potenziamento.
Un orientamento che sembra in contrasto con l’appeal che Fontanarossa continua ad avere nei confronti delle compagnie che stanno potenziando le rotte da e per Catania e che considerano lo scalo etneo un nodo strategico. Una decisione contesta più di una volta dall’amministratore delegato della Sac, la società che gestisce lo scalo etneo, Gaetano Mancini che spiega a LivesiciliaCatania le implicazioni di tale scelta e le speranze rimaste per invertire la rotta, dato che nulla è cambiato in seguito alla riunione di Tallinn dello scorso ottobre.
Un apprezzamento condiviso dal neonato scalo di Comiso che, con quello etneo, fa sistema. Di ieri la notizia delle nuove tratte attivate dalla compagnia aerea low cost Ryanair da e verso Dublino.
Dottor Mancini, crescono i passeggeri e l’interesse delle compagnie aeree, eppure la Commissione europea non cambia opinione. Cosa chiedete?
Noi lo abbiamo detto molto chiaramente: questa scelta di non includere nella rete dei trasporti Catania come nono “Core”, riguarda non solo l’aeroporto ma tutto il sistema infrastrutturale della città. Ma non cambia niente, per noi, dal punto di vista dell’operatività oggettivamente. Infatti, parlare di declassamento non è corretto: non c’è nessun declassamento. L’unica questione, che certamente non è secondaria, è che i finanziamenti del programma Ten- T riguarderanno solamente i nodi Core quindi, in qualche maniera, si leveranno opportunità al territorio.
C’è qualche possibilità che la Commissione europea torni sui propri passi?
La decisione è rimessa al Parlamento europeo e, considerato il punto a cui è arrivato l’iter, c’è stata già l’intermediazione dei governi. La scelta la si dovrebbe prendere prima, con consapevolezza, a livello nazionale, ma mi sembra che si stia andando, in qualche misura, in questa direzione. Il governo regionale, l’assessore Bartolotta e il presidente Crocetta hanno sostenuto in Conferenza Stato Regioni l’importanza nel Piano nazionale degli aeroporti: non c’è ancora la formalizzazione ma, a quanto dice la Regione, questa scelta è stata compiuta e rappresenta un primo passo importante.
Non pensa che il crescente interesse delle compagnie aeree sia in contro tendenza rispetto al “declassamento”?
No, perchè Catania è un’infrastruttura che fornisce tre milioni di persone ed il 70% del territorio siciliano ed è evidente che susciti interesse, insieme all’aeroporto di Comiso con cui fa sistema. Noi ci avviciniamo alla fine dell’anno augurandoci di avere anche una crescita di passeggeri in un momento, purtroppo, di depressione economica che il nostro territorio sta vivendo in modo particolare. Mi sembra certamente un buon segnale, ma i parametri europei, purtroppo, non premiano le aree con meno di un milione di abitanti.
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15 Novembre 2013, 16:00