02 Novembre 2011, 09:52
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“Andrei ad un dibattito del Pdl, ma non mi invitano”. Così il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia, che la scorsa settimana al congresso del Pdci si era definito ‘Partigiano della Costituzione’ scatenando molte polemiche, ha risposto al direttore di Libero Maurizio Belpietro nel corso della trasmissione La telefonata in onda su Canale 5. Il magistrato ha rivendicato il diritto delle toghe a partecipare ai dibattiti politici sulla giustizia “purché la partecipazione non si traduca in collateralismo” e si è detto disponibile a confrontarsi anche con il Pdl.
A Belpietro che gli chiedeva se c’erano stati contatti in questo senso con il partito del premier, Ingroia ha risposto: “Nessun contatto, solo polemiche”. Il procuratore aggiunto ha poi ricordato che anche i magistrati come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino parteciparono a iniziative di partiti – in particolare del Pci e dell’Msi – senza che ciò suscitasse alcuna polemica. “Se l’avessi fatto 25 anni fa – ha detto – nessuno si sarebbe stupito, mentre ora viviamo una fase di arretramento del dibattito politico culturale”. Ingroia ha, inoltre, ribadito la convinzione che i magistrati abbiano il diritto di partecipare alla discussione sulla riforma costituzionale della giustizia.
“Questa riforma mi preoccupa – ha spiegato – ma se passasse saremo tenuti ad applicarla”. Infine il Pm ha escluso l’intenzione di candidarsi a sindaco di Palermo mentre non si è espresso su una possibile candidatura in Parlamento: “Fa parte del diritto di elettorato – ha concluso – che non può sottrarsi a nessuno”.
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02 Novembre 2011, 09:52