05 Aprile 2017, 19:32
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PALERMO – L’intervento per il bendaggio gastrico era stato eseguito correttamente. Fu la successiva infezione a non essere diagnosticata e affrontata tempestivamente. Ecco perché il Tribunale civile di Catania, presieduto da Vera Marletta, ha condannato l’ospedale Garibaldi a risarcire con 39 mila euro una donna che si era costituita in giudizio con l’assistenza dell’avvocato Emanuele Gualniera.
Per affrontare il problema dell’obesità si posiziona un anello di silicone attorno alla parte superiore dello stomaco, in prossimità dell’esofago. La condanna si basa sulla perizia di un consulente il quale “ha affermato, con riferimento alla scelta dell’intervento, che essa appariva corretta”. Fu, invece,l ‘infezione ad essere “fronteggiata con terapia antibiotica a largo spettro a distanza di una settimana dal processo settico conclamato e con plurimi e non risolutivi interventi di bonifica del focolaio settico, senza alcun approfondimento diagnostico atto da individuare il germe responsabile della sepsi e quindi senza una terapia antibiotica adeguata”.
Il risultato è stato quello che la donna ha patito sofferenze fisiche e psichiche prima che l’infezione venisse debellata. All’addome porta ancora i segni di una grossa cicatrice.
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05 Aprile 2017, 19:32