Angelino senza rossore

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01 Ottobre 2010, 00:35

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Intervista (sublime) di Sabelli Fioretti all’avvocato Ghedini che descrive le serate a casa Berlusconi: “Partita, cena e poi si continua a lavorare, fino a quando io stramazzo. Spesso ci sono anche Fedele Confalonieri, Gianni Letta, Angelino Alfano”. Ma insomma, anche senza bisogno dell’ottimo Sabelli Fioretti una certa intimità di pietanze si era intuita.  Chissà se il ministro della giustizia Alfano – Angelino vezzosamente lo chiamano e lui non si ritrae – riesce a immaginarlo, probabilmente no: queste cenette a lume di candela e codice,  sommate al corposissimo resto della mercanzia,  distruggono anni e anni di istituzioni repubblicane faticosamente costruite.

Si badi, Ghedini, uno preciso,  parla di “lavoro”. Che lavoro? Noi, vista la produzione Alfanesca, un’idea l’abbiamo, considerata la contempoaranea e sospetta presenza dei fedelissimi e dell’avvocato del premier. Quale può essere il lavoro di Angelino Alfano a casa di Silvio con Ghedini? Pensiamo male se lo vediamo intento a scartabellare commi e pandette, con l’avvocato “Mavalà”,  pur di aiutare il premier nelle sue intricate vicende personal-giudiziarie, con un bel provvedimento ad hoc che poi sarà pomposamente chiamato “Riforma della giustizia”? Siamo antiquati se il tutto ci sa di svilimento del ruolo del guadasigilli, di pappa e ciccia tra due uomini delle istituzioni, con almeno uno dei due sensibile ai bisogni dell’altro? Non ci sono soltanto le cenette, vostro onore-toga rossa. Le ditate della promiscuità sono disseminate ovunque.  Silvio Berlusconi è un politico fortunato. Ha un ministro della Giustizia ad personam. Politicamente, Angelino Alfano è un capace pupazzo di gomma in mano a un ventriloquo. Per inciso, si tratta dello stesso Alfano che, un po’ a sproposito, celebra davanti agli studenti Giovanni Falcone e Paolo Borsellino che mai confusero privato e pubblico.

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Vede, ministro Angelino, lei ha gridato “vergogna!” in faccia al presidente Lombardo.  Avrà ragione o torto? In ogni caso,  questa corte rigetta grido e istanza per difetto di competenza e legittimità. Lei parla di cose che non conosce.  In tutta evidenza lei proprio non sa che cosa sia il rossore sulle guance.

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01 Ottobre 2010, 00:35

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