Anna Mazzamauro in | “Serata d’onore e d’amore”

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02 Aprile 2013, 17:23

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Anna Mazzamauro

Catania – Dopo il successo di “Fumo negli occhi”, il Brancati ospita uno dei volti femminili che hanno più contribuito a costruire la storia del teatro italiano dagli anni 60 sino ai giorni nostri. Giovedì, ore 21, il debutto a Catania di Anna Mazzamauro in “Serata d’onore e d’amore”. Uno spettacolo scritto e diretto dall’attrice romana, accompagnata semplicemente dalle incantevoli note di un pianoforte e di una fisarmonica suonati dal vivo da Riccardo Taddei.

Nata nel 1938, inizia la sua carriera alla fine degli anni sessanta, quando diventando impresaria di sé stessa, apre un piccolo teatro nel centro della Capitale, Il Carlino. È qui che Anna Mazzamauro comincia a sperimentare la sua arte accanto a Elio Pandolfi, Wilma Goich, Edoardo Vianello e Bruno Lauzi.

“Ho attribuito l’amore a voi – spiega l’attrice – perché credo sia più bello essere semplicemente amati piuttosto che essere stimati, riveriti, degni, onorevoli, illustri e insigni. Ma se preferite il contrario il mio spettacolo non cambia! Ogni anno, ad ogni nuovo spettacolo, mi chiedo sorridendo a cosa serva la presentazione del testo da offrire al pubblico, la così orrendamente chiamata sinossi, come una malattia, come un disturbo”.

Sul palcoscenico del Brancati vanno in scena, uno dopo l’altro, i suoi più celebri personaggi: l’indimenticabile “Signorina Silvani”, “Mademoiselle Floria” regina dell’avanspettacolo, lo sgangherato “Gigi il bullo” macchietta petroliniana, Anna Magnani e il fascino di Wanda Osiris, attrice simbolo della rivista italiana. Umori e caratteri diversi, incastrati in un’unica esibizione attraverso la singolare magia dell’ironia e l’incantesimo del canto.

“Tutti noi – conclude Anna Mazzamauro – crediamo fermamente che il pubblico, dopo aver letto quel breve riassunto (dove noi che scriviamo ci affanniamo a far intendere che solo liquide risate scioglieranno i grumi del nostro tempo) corra al botteghino chiedendo affannosamente di voler prenotare quella sinossi, sì proprio quella, perché sa già che non ne potrà fare a meno, che si sente anche lui già un po’ sinottico, perché non c’è quasi più l’amorevolezza che cresce con gli anni insieme all’attore che si ama. Ma io la voglio quest’amorevolezza, così come la offro, meritandola s’intende. Come? Regalando con il mio spettacolo la grande emozione dei personaggi da raccontare”.

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02 Aprile 2013, 17:23

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