24 Luglio 2015, 19:38
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PALERMO – La Procura generale della Cassazione ha annullato il decreto con cui il procuratore generale di Palermo, Roberto Scarpinato, aveva avocato l’indagine sulla morte dell’agente Nino Agostino, assassinato nell’89 nel palermitano, sottraendola alla Procura di Palermo. Scarpinato aveva sostenuto che i pm, che avevano chiesto l’archiviazione del caso, non avessero fatto tutte le indagini utili: una sorta di contestazione di inerzia investigativa.
Contro la avocazione, che aveva comportato la trasmissione di tutto il fascicolo di indagine alla Procura generale, aveva fatto ricorso il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, che aveva contestato sia la legittimità giuridica del provvedimento di Scarpinato, sia “l’accusa” di inerzia delle indagini che erano state svolte dai pm Francesco Del Bene e Nino Di Matteo. Nel reclamo la Procura sosteneva che l’avocazione fosse tardiva: aspetto che, secondo quanto si apprende, sarebbe alla base del provvedimento con cui il pg della Cassazione dispone, ora, la restituzione del fascicolo di indagine alla Procura. Dopo anni di inchieste, su un omicidio ancora avvolto dal mistero, i pm avevano chiesto l’archiviazione – indagati erano i boss Nino Madonia e Gaetano Scotto – sostenendo di non avere elementi utili per chiedere il rinvio a giudizio. Il 12 giugno scorso il gip Maria Pino ha ordinato, dopo un’udienza alla Procura di fare ulteriori approfondimenti che i magistrati avevano cominciato a fare. L’attività investigativa è, però, stata interrotta dall’avocazione. Dopo la decisione del pg il fascicolo torna ai pm di primo grado che hanno tempo cinque mesi per completare gli approfondimenti indicati loro dal giudice per le indagini preliminari. Agostino, agente di polizia vicino ai Servizi, è stato assassinato insieme alla moglie. Secondo alcune ipotesi investigative, mai confermate, il suo omicidio sarebbe legato al fallito attentato all’Addaura a Giovanni Falcone. (ANSA)
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24 Luglio 2015, 19:38