04 Gennaio 2013, 13:56
1 min di lettura
PALERMO – “Sappiamo come vanno trattati gli anonimi: mai come in questo caso la cautela deve essere al più alto livello perché spesso sono depistanti e calunniatori”. Lo sottolinea il procuratore di Caltanissetta, Sergio Lari, che si occupa per la parte di sua competenza della nota senza firma sulla trattativa Stato-mafia recapitata al pm di Palermo, Nino Di Matteo. Sul contenuto del dossier (12 pagine) sono state aperte due inchieste, una a Palermo e l’altra a Caltanissetta. A Palermo si indaga sulle presunte rivelazioni relative alla mancata cattura di Bernardo Provenzano e su altri “dettagli inediti”, come li ha definiti il procuratore Francesco Messineo, indicati dall’anonimo. A Caltanissetta l’indagine si sta focalizzando su tre punti: il presunto spionaggio nei confronti dei magistrati che si occupano della trattativa, la sparizione dell’agenda rossa di Paolo Borsellino (“é stata presa da un carabiniere”) e le relazioni dei fatti denunciati con le stragi del 1992.
Gli scenari descritti fanno ritenere che l’autore o gli autori dell’anonimo siano da cercare tra uomini dei servizi segreti e degli apparati investigativi. Sia la Procura di Palermo che quella nissena stanno identificando gli investigatori (soprattutto carabinieri) citati nella lettera. “Non posso dire – commenta Lari – come ci stiamo muovendo. Ma posso assicurare che lo stiamo facendo con la massima prudenza”. Non si esclude che il dossier sia opera di agenti “infiltrati” e per questo si temono indicazioni depistanti.
Pubblicato il
04 Gennaio 2013, 13:56