21 Febbraio 2018, 05:45
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PALERMO – Gli agenti della Digos potrebbero presto identificare gli aggressori al termine di una lunga notte di lavoro. Sono state eseguite delle perquisizioni nelle case di alcuni militanti dei centri sociali. Alcune persone degli ambienti dell’antagonismo di sinistra sono stati condotti in Questura. Le indagini si concentrerebbero sullo studentato occupato “Malarazza” nell’istituto dei sordomuti di via Cavour.
È stata una spedizione punitiva, quella di ieri sera, un raid per dimostrare che gli antifascisti sono più forti dei fascisti.
Poche ore dopo che quattro o forse sei persone con il volto travisato hanno aggredito e picchiato Massimo Ursino, leader palermitano di Forza Nuova, è arrivata una rivendicazione con tanto di video.
Per identificare l’autore della clip sono al lavoro gli agenti della Digos che sono pure sulle tracce degli autori del pestaggio avvenuto ieri sera intorno alle 18:45 in via Dante. Ursino aveva appena chiuso in suo laboratorio di tatuaggi nella vicina via Marconi.
Nel video si sente la voce femminile della persona che con il telefonino ha ripreso la scena mentre i suoi compagni legavano con dello scotch i polsi e le caviglie di Ursino dopo averlo scaraventato per terra. Il militante di Forza Nuova è finito al pronto soccorso con ferite alla testa e al volto.
La follia di un episodio di violenza urbana di matrice politica che fa salire la tensione in città. Gli agenti della Digos hanno ricostruito un altro episodio avvenuto la sera prima del pestaggio di via Dante. Una decina di persone sono andate sotto casa di un altro rappresentante di Forza Nuova e hanno atteso invano che scendesse. A quel punto avrebbero cambiato obiettivo organizzando il raid contro Ursino. Chi sono coloro che si definiscono antifascisti e che con il pestaggio di ieri sera hanno voluto dimostrare l’incapacità dei fascisti di difendere la loro incolumità? Una risposta potrebbe arrivare dalle testimonianze raccolte dagli agenti, ma anche dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza di alcune attività commerciali di via Dante.
Nella rivendicazione vengono derisi “gli uomini di poco conto appartenenti a formazioni neofasciste, che fanno di razzismo e discriminazioni il loro manifesto politico nonchè la costruzione della loro identità forte e battagliera, si sgretolano in men che non si dica sotto i colpi ben assestati dell’antifascismo. Infatti non sono in grado di difendere sè stessi, figuriamoci di attuare il loro programma politico nella nostra città”.
Infine il riferimento al fatto “che sul territorio palermitano esiste chi ripudia il fascismo e non ha timore di lottare per bloccarlo e schiacciarlo”.
Ursino fu arrestato nel luglio 2006 per aver rapinato e picchiato due immigrati del Bangladesh nel centro di Palermo di fronte al teatro Massimo. Dopo aver subito la rapina, una borsa e articoli di bigiotteria, le due vittime avrebbero inseguito Ursino e due suoi complici (anche loro di Forza nuova) ma questi avrebbero tirato fuori delle spranghe e picchiato a sangue gli immigrati. Ursino fu condannato in primo grado a due anni e mezzo di carcere. Ma quello con i due venditori ambulanti non è stato l’unico episodio violento e a sfondo razzista a cui Ursino avrebbe partecipato. Nel giugno 2005, sempre con altri due complici, aggredì con pugni e bastonate un nigeriano e un altro giovane originario di Siracusa in via Candelai, sempre nel centro di Palermo. I tre vennero rinviati a giudizio per lesioni aggravate per aver agito in base a ”motivi razziali”.
Adesso il clima è caldissimo. E il pericolo di nuovi e più violenti scontri è molto concreto. L’aggressione a Ursino, infatti, arriva all’apice di una escalation di polemiche. Le ultime, relative al comizio del leader Roberto Fiore, hanno spinto gli stessi militanti di Forza Nuova a una nota che appare minacciosa: “A Palermo ieri sera, sotto casa di uno dei candidati di Forza Nuova alle politiche, ha stazionato per ore un gruppo di dieci persone armate. Non vogliamo un ritorno al clima degli anni ’70/’80, ma non è nostro costume tirarci indietro se è questo che si vuole: l’importante è che si rispettino proporzioni numeriche onorevoli”.
Un guanto di sfida, lanciato in realtà poco prima che un dirigente della stessa forza politica di destra diventasse la vittima di un pestaggio nel cuore di Palermo. Era proprio Massimo Ursino, pochi giorni fa, al centro della foto che ritraeva i militanti di Forza Nuova su uno dei bus di Palermo. Era, quella, l’immagine che immortalava l’iniziativa del gruppo di destra. Un “controllo” sui mezzi pubblici. Le “passeggiate di sicurezza”. Una “ronda” come è stata subito definita. Che ha suscitato non poche polemiche. Anche, tra gli altri, del sindaco di Palermo Leoluca Orlando, intervenuto in quei giorni, tra l’altro, sulla scia dei fatti di Macerata, dove un uomo ha sparato all’impazzata contro gli immigrati del luogo, dopo il terribile omicidio di una giovane italiana nel quale sarebbero coinvolti degli immigrati nigeriani. “Dopo i fatti di Macerata- diceva Orlando nei giorni dell’iniziativa di Forza Nuova sui bus – credo sia chiaro a tutti quale sia l’idea di ‘sicurezza’ dei neofascisti in Italia. Palermo non ha mai sottovalutato e non intende sottovalutare manifestazioni di chiara ispirazione fascista e nemmeno intende delegare ad inquietanti personaggi la propria sicurezza che sappiamo essere gestita con grande professionalità dalla Autorità a ciò preposte e dalle donne e dagli uomini delle forze dell’ordine che agiscono quotidianamente senza cercare ribalte mediatiche e senza fare inaccettabile propaganda politica”.
Ieri, però, dopo l’aggressione a Ursino, il sindaco ha messo in guardia anche gli ambienti “antifascisti”: “Quanto avvenuto – ha detto – con l’aggressione ai danni del segretario provinciale dell’organizzazione neofascista Forza Nuova a Palermo, è il segno della degenerazione che la politica italiana sta subendo, dopo avere sottovalutato la recrudescenza di fenomeni e comportamenti fascisti e razzisti, che rischiano di infettare culturalmente la società civile, anche quella che antifascista e antirazzista si proclama. Il fascismo non si combatte con lo squadrismo, bensì con la cultura e la resistenza”.
Poche ore prima, proprio associazioni e soggetti che si dichiarano, appunto, antifascisti, avevano espresso con forza l’intenzione di impedire a Palermo il comizio del leader nazionale Roberto Fiore, previsto per il 24 febbraio. Lo hanno fatto attraverso un documento, recapitato anche al Prefetto del capoluogo. “Chiediamo alla Prefettura e alla Questura di Palermo di negare l’autorizzazione a svolgere qualsivoglia iniziativa promossa da Forza Nuova e da altre formazioni di estrema destra e di avviare un’indagine per accertare i reati di apologia di fascismo e ricostituzione del disciolto partito fascista”. Invito rilanciato anche dalla forza politica “Potere al Popolo” e rivolto allo stesso sindaco Orlando. “Antifascisti” contro “neofascisti”. E adesso, a Palermo la tensione è altissima.
*AGGIORNAMENTO ore 7.45
Ha una frattura al naso, ematomi al volto e in tutto il corpo e una sospetta lesione alla spalla Massimo Ursino, il dirigente provinciale di Forza Nuova che nel tardo pomeriggio di ieri è stato picchiato a sangue da un gruppo di almeno sei persone a Palermo, nella centrale via Dante, a pochi passi dalla sede del movimento di estrema destra. I medici del Pronto Soccorso dell’Ospedale Civico gli hanno diagnosticato una prognosi di venti giorni.
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21 Febbraio 2018, 05:45