Antimafia tra i banchi di scuola | Un ddl per inserirla tra materie

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15 Febbraio 2013, 15:37

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PALERMO – Dal prossimo anno scolastico l’educazione antimafia tra le materie di insegnamento delle scuole siciliane medie e superiori. Lo prevede un disegno di legge del gruppo parlamentare del Movimento Cinque Stelle, presentato all’Assemblea regionale siciliana. Il Ddl, primo firmatario il deputato Gianina Ciancio, mira a introdurre per la prima volta in maniera sistematica nelle scuole dell’isola l'”Educazione allo sviluppo della coscienza democratica contro le mafie e i poteri occulti” e nasce in risposta alle sollecitazioni avanzate da centinaia di scuole della Sicilia e da migliaia di docenti e alla condizione di inadeguatezza da essi avvertita rispetto al diffondersi in tutto il paese delle organizzazioni mafiose e antidemocratiche.

Il Ddl – cui hanno collaborato la professoressa Maria Pia Fiumara, docente di lettere da anni impegnata in progetti di educazione alla legalità, i dirigenti scolastici Alfredo Pappalardo e Giuseppe Di Stefano e vari attivisti del MoVimento 5 Stelle, tra cui Nunzia Catalfo e Giuseppe Scarcella – riempirebbe parte dei vuoti della quota oraria della dotazione scolastica riservata dalle leggi nazionali alle regioni e da queste, finora, largamente inutilizzata.

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“Le mafie – si legge nell’introduzione del ddl – strangolano il tessuto sociale e culturale del Paese e l’economia sottraendole ingenti risorse: esse sono in grado, infatti, di muovere un fatturato che si aggira intorno ai 140 miliardi di euro all’anno, con un utile che supera i 100 miliardi di euro netti e una liquidità di circa 65 miliardi”. Per l’insegnamento della disciplina sono previsti specifici moduli didattici, suddivisi in unità teoriche e di laboratorio, caratterizzati da itinerari di carattere storico-sociale e artistico-culturale, atti ad illustrare i fenomeni delle mafie, delle organizzazioni criminali, dei poteri occulti e delle azioni politiche e sociali di contrasto. Il ddl prevede l’insegnamento della nuova materia per una durata non inferiore alla due ore settimanali. “Il ddl – afferma Gianina Ciancio – prevede la creazione di un fondo nel quale potranno confluire, oltre a finanziamenti regionali, statali o donazioni volontarie, anche i proventi dei beni confiscati alla mafia. E’ un modo di restituire alla società, sotto forma di educazione e cultura, quanto dalle organizzazioni criminali le è stato sottratto”.

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15 Febbraio 2013, 15:37

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