05 Gennaio 2024, 19:28
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CATANIA – “Nonostante la mafia di allora sia diversa da quella attuale, la testimonianza di Fava è un’occasione per ricordare quanto, oggi come 40 anni fa, sia prezioso il lavoro della stampa d’inchiesta”. Così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in occasione dell’anniversario della morte, il 5 gennaio 1984, del giornalista Pippo Fava. “Il suo impegno civile rappresenta ancora oggi un importante esempio e al contemporaneo un monitoraggio, in particolare per le nuove generazioni, a non abbassare mai la guardia nella lotta contro le organizzazioni criminali”, lo dichiara il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. “Un esempio di difesa e custodia della legalità per le future generazioni”, ha detto il presidente del Senato, Ignazio La Russa.
“Lo ricordiamo con profondo cordoglio e con l’immenso rispetto che si deve a chi ha messo l’impegno civico persino davanti alla propria stessa esistenza”, lo dichiarano Valentina D’Orso e Ada Lopreiato, capogruppo in commissione Giustizia alla Camera e al Senato, e Stefania Ascari, capogruppo M5S in Commissione Antimafia.
“Il suo impegno per liberare la Sicilia dal condizionamento di cosa nostra e per una stampa vigile va ricordato, perché la memoria è l’unica vera arma che abbiamo per mobilitare la coscienza civile”, ha detto il presidente della commissione regionale Antimafia, il dem Antonello Cracolici.
“Il coraggio e l’esemplare condotta civile e professionale di Pippo Fava nel denunciare il malaffare a Catania e in Sicilia rimangono sempre vivi, rappresentando un monitoraggio contro ogni forma di illegalità e sfruttamento delle risorse pubbliche per interessi legati alla criminalità organizzata “. Così in una nota il sindaco di Catania, Enrico Trantino nel giorno in cui ricorre l’anniversario dell’uccisione del giornalista Pippo Fava.
“Il ripudio della violenza mafiosa – prosegue – non può che rimanere un prerequisito essenziale per la crescita delle comunità cittadine nel segno della democrazia e dello sviluppo trasparente della nostra terra, temi di cui Fava è stato insuperabile interprete nell’ambito del giornalismo, del teatro e delle battaglie civili di cui si è reso protagonista fino all’estremo sacrificio, lasciando un messaggio di speranza anche alle giovani generazioni”, conclude Trantino.
“Grazie al suo intuito giornalistico e alle sue visioni raccontate su carta, svelò – tra i primi – i rapporti e gli intrecci tra la mafia, potere politico e imprenditoria. Dava fastidio a certi ambienti e fu ucciso. Dalla mafia, sicuramente. Ma morì solo. E dopo l’omicidio – come da ‘prassi’ in occasioni simili – scattarono le contromisure, veri e propri schizzi di fango, tirando in ballo anche l’immancabile pista passionale”. Così il segretario del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo, ricorda il giornalista etneo nel quarantesimo anniversario dell’omicidio avvenuto per mano mafiosa. E conclude: “Giuseppe Fava era, ed è, un esempio per tutti i siciliani“.
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05 Gennaio 2024, 19:28