23 Maggio 2020, 13:01
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“Dovremo occuparci degli appalti in Sanità, focalizzando l’obiettivo su alcune gare per servizi ospedalieri. Sul punto chiederei all’assessore Razza un supplemento di attenzione. Non posso dire altro”. Diceva così a Livesicilia, intervistato da Roberto Puglisi il 7 gennaio scorso, Nicola D’Agostino, capogruppo renziano all’Ars e componente dell’Antimafia regionale. E la prima persona plurale si riferiva proprio alla commissione Antimafia dell’Ars. Che adesso, dopo il terremoto dell’inchiesta palermitana sul presunto giro di tangenti attorno ai maxiappalti della Sanità, si prepara ad affrontare anche questo gigantesco tema. Lo stesso presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè lo ha auspicato. E la commissione guidata da Claudio Fava si muoverà. “Già martedì – dice a Livesicilia Fava – ho convocato la commissione mezz’ora prima delle audizioni previste per condividere la necessità e l’urgenza di un’indagine che non tragga soltanto spunto da quest’inchiesta giudiziaria ma si debba spingere assai più in profondità. A partire dalle parole del gip che parla di intollerabili interferenze e di nomine senza criterio meritocratico”.
Una indagine che appariva certa leggendo la nota di ieri dello stesso D’Agostino, in cui il deputato ricordava come “nei mesi scorsi sull’argomento avevo messo sull’avviso pubblicamente il Governo che intanto ha fatto bene a revocare Candela e Damiani. Ma non credo basti questo. Musumeci e Razza dovranno fare molto di più senza attendere altre inchieste della magistratura. Per esempio anche con una gigantesca rotazione di uomini e funzioni: negli uffici e nelle aziende”.
L’Antimafia sta già indagando in queste settimane su altri due capitoli scottanti della storia della stessa antimafia: quello della gestione dei beni confiscati e quella degli scioglimenti di alcuni comuni siciliani (Scicli, Siculiana, Racalmuto) su cui nel corso dell’indagine sul sistema dei rifiuti sono emersi diversi dubbi. Ora, dopo che l’indagine penale ha travolto con accuse pesanti (che ovviamente devono essere provate) un altro, l’ennesimo, paladino della legalità, quell’Antonio Candela accreditato dalle Istituzioni a tutti i massimi livelli come esempio, proprio come era accaduto ad altri prima di lui, la commissione dell’Ars si dedicherà anche al tema della Sanità. E sarà forse l’ennesima occasione per ragionare su una stagione, quella dei paladini benedetti dalle Istituzioni. “La patente di moralità, legalità ed onestà dispensata a molti signori oggi nudi deve farci riflettere anche sulle responsabilità politiche”, dice D’Agostino. D’altronde, una delle più impegnative indagini della commissione in questa legislatura si concentrò sulla vicenda di Antonello Montante, un archetipo di quella stagione di timbri di credibilità e affidabilità apposti da tutti i poteri dello Stato su un’antimafia che nel privato sarebbe stata diversa da quella che appariva in pubblico. Resterà da comprendere se l’approccio politico sarà quello del repulisti verso un’antimafia parvenu che ristabilisca a pieno l’esclusiva della vecchia antimafia del blasone o se tutto questo percorso potrà favorire una più generale autocritica dell’idea stessa di antimafia intesa come circolo ristretto di eletti. Ma questa è un’altra storia. Intanto, c’è da mettere mano al tema degli appalti milionari, delle centrali uniche che nascono anche per arginare i rischi di corruzione e vengono accusate invece di essere un sistema che in qualche misura la favorisce, di quell’asse siculo-lombardo di imprese pigliatutto e dei rapporti antichi tra sanità e politica. Davvero tanta roba.
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23 Maggio 2020, 13:01