12 Febbraio 2016, 19:57
1 min di lettura
PALERMO – Il Gratta e Vinci era fasullo, ma l’anziana che provò a metterlo all’incasso non commise un illecito penale.
Il “fatto non costituisce reato” ha stabilito il giudice monocratico del Tribunale di Palermo. E pensare che l’arzilla vecchietta ultraottantenne ha rischiato una condanna a quattro mesi di carcere per truffa. I Monopoli si erano costituiti parte civile.
Le motivazioni dell’assoluzione si conosceranno fra un po’ ma dovrebbe essere passata la linea difensiva degli avvocati Claudio Gallina Montana e Giovanni Mannino che hanno parlato di “reato impossibile”. Impossibile, infatti, che la banca accettasse il tagliando fasullo tramutandolo in 50 mila euro. A tanto pareva ammontasse la vincita. Era fin troppo facile accertare, controllando il numero di serie, che il Gratta e Vinci era un patacca. La signora l’aveva comprato in buona fede da un passante che l’aveva invitata a tentare la fortuna per le strade del salotto della città.
Pubblicato il
12 Febbraio 2016, 19:57