Anziana morta dopo uno scippo | I familiari: “Ce l’hanno strappata”

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28 Agosto 2013, 18:55

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La chiesa del Cuore Immacolato durante il rito funebre

CATANIA. Un saluto commosso ma intriso anche di tanta, tantissima, rabbia. All’interno di una chiesa, quella del Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria nel quartiere di Picanello, assiepata però di poche persone. Le figlie, i nipoti, i familiari di Angela Borromeo sono ancora tutti increduli. Una fine ingiusta quella della 78enne scippata della collanina che portava al collo e dono dell’amato marito scomparso, con l’anziana donna che è poi stata fatta stramazzare con violenza a terra. Era lo scorso 9 agosto. Angela Borromeo morirà sul letto d’ospedale del Cannizzaro al termine di tredici giorni di agonia. Ed allora, è chiaro che il sentimento di sofferenza oggi pomeriggio sia mescolato anche ad un rancore enorme. Poca voglia di parlare da parte dei congiunti. Ed è assolutamente comprensibile. “Ce l’hanno strappata”, sibila la figlia. Già. “Ce l’hanno strappata”: una frase, uno sfogo, parole puntuali che rendono bene l’idea di un dramma che, almeno al momento, resta impunito. Senza colpevoli.

copertina dedicata all'anziana morta dopo uno scippo

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Il rito funebre è stato officiato dal parroco, padre Antonino Legname. E la sua è stata una omelia vibrante ed al tempo stesso colma di speranza: “È’ ancora vivo in noi il dramma di cui che è successo. E la seconda volta che mi ritrovo a celebrare un rito funebre del genere. Anni fa una donna, qui vicino, venne scippata e fatta cadere a terra. Morì qualche giorno dopo. Oggi, la storia funesta si ripete. Esiste certamente una giustizia umana che farà il suo corso così come esiste una giustizia divina alla quale ci appelliamo per non lasciarci in questo senso di sconforto. Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio: e la nostra sorella Angela oggi si trova nelle mani di Dio. La morte non riuscirà a spezzare il vincolo d’amore e d’affetto con le persone che qui la vogliono ancora bene”.

Poche persone presenti ai funerali, si diceva. Che Catania abbia già dimenticato? Di certo, non va lasciato il campo all’assuefazione. A nome dell’amministrazione c’era l’assessore ai servizi sociali, Fiorentino Trojano: “Si è trattato certamente di un episodio di grave delinquenza. Cosa possiamo fare noi come istituzione? Rendere alla famiglia tutta la nostra vicinanza. E poi, stiamo tentando di spostare tutta l’attività dei vigili urbani sulle strade. Questo non basta, lo sappiamo: ma bisogna cominciare a combattere. Scippi e delinquenza vengono alimentate dalla crisi ma non possiamo rassegnarci a questa situazione. Catania dev’essere riconsiderata come una città bella da vivere”.

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28 Agosto 2013, 18:55

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