Appalti e mazzette, arrestato Lo Bosco | Perquisizioni a tappeto, altri indagati eccellenti

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29 Ottobre 2015, 07:13

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PALERMO – Arresti eccellenti in Sicilia. Ai domiciliari finiscono tre funzionari pubblici: Dario Lo Bosco, presidente di Rfi, Rete ferroviaria italiana, nonché presidente dell’Ast ed ex commissario della Camera di commercio di Catania; Salvatore Marranca e Giuseppe Quattrocchi, entrambi dirigenti del Corpo forestale. Sono indagati per concussione e induzione indebita a dare o promettere utilità. Secondo l’accusa, Quattrocchi e Marranca avrebbero incassato tangenti rispettivamente per 149 mila e 90 mila euro. Ammonta invece a poco più di 58 mila euro il prezzo della presunta corruzione del presidente di Rfi.

Il blitz potrebbe essere l’inizio di un terremoto nella pubblica amministrazione siciliana. Sono in corso, infatti, decine di perquisizioni e sequestri negli uffici del Corpo forestale della Regione siciliana nella sede di Rete ferroviaria italiana a Roma, ma anche negli uffici palermitani dell’Ast, l’Azienda siciliana dei trasporti. Perquisizioni anche a casa di numerosi altri indagati. Alcuni di loro, dicono gli investigatori, “ricoprono importanti cariche pubbliche”. Chiaro segno di un’inchiesta destinata ad allargarsi a macchia d’olio.

I poliziotti hanno in mano una lista che fa tremare la Sicilia. Ci sarebbero anche i nomi di politici e le tangenti pagate. Perché è un grosso giro di mazzette che avrebbero scoperto gli uomini guidati dal capo della Mobile, Rodolfo Ruperti, e dal dirigente del sezione Reati contro la pubblica amministrazione, Silvia Como. L’inchiesta è partita dall’appalto da 26 milioni di euro aggiudicato per ammodernare la comunicazione della Forestale. La cosiddetta “Dorsale digitale”. E qui sarebbero entrati in gioco i due dirigenti.

Nelle scorse settimane gli agenti, coordinati dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Dino Petralia e dal sostituto Claudio Camilleri, avevano fermato in aeroporto l’imprenditore agrigentino Massimo Campione, titolare di un’impresa di costruzioni, strade e impianti eolici. Nella borsa aveva una cartella scritta al computer con una serie di nomi, cifre e date. Secondo gli inquirenti, si tratterebbe della lista delle mazzette pagate dalla sua impresa per aggiudicarsi l’appalto. Non a caso l’operazione è stata chiamata “Black List”. Campione a quel punto ha subito deciso di mettersi a disposizione dell’Autorità giudiziaria. Assistito dagli avvocati Nino Caleca e Diego Guzzino, ha scelto di raccontare i segreti di un’economia malata.

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Non è tutto, però. Perché l’inchiesta si è subito estesa, visto che Lo Bosco, docente universitario originario di Raffadali, non si è occupato di questo appalto, ma di un progetto che prevedeva di piazzare dei sensori per seguire la corsa dei treni.

Il governatore Crocetta segue la vicenda da Tunisi, dove è impegnato in una missione istituzionale. “L’azzeramento del Cda – dice all’Ansa il governatore – è necessario, tra l’altro Lo Bosco era in scadenza di mandato. Nel giro di pochi giorni saranno ricostituiti gli organismi. Non appena riceveremo le comunicazioni dalla Procura – aggiunge il governatore – provvederemo immediatamente a sospendere i due funzionari del Corpo forestale arrestati per tangenti e valuteremo, leggi alla mano, se ci saranno le condizioni per il licenziamento”.

AGGIORNAMENTO: Nel registro degli indagati figurano anche i nomi di Giovanni Tesoriere, preside della facoltà di Ingegneria dell’università di Enna, Pietro Tolomeo, ex dirigente generale della Forestale, Libero Cannarozzi, dipendente del corpo forestale, di Massimo Campione e della sua collaboratrice Maria Grazia Butticé.

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29 Ottobre 2015, 07:13

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