Appalti, missioni e consulenze | Ruggirello e l’Ars dei “favori”

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06 Marzo 2019, 06:00

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PALERMO –  “Una diecina di mila euro li possiamo ‘accummighiari'”, diceva Paolo Ruggirello al suo interlocutore. Insomma, dieci mila euro si possono trovare, in cambio di due consulenze che i giudici e i pm che hanno indagato sul politico trapanese considerano “fittizie”. Ma utili, per l’allora deputato regionale, a far felice Vincenzo Giardina, un politico di Campobello di Mazara vicino, secondo gli investigatori, al mafioso Filippo Sammartano. E Sammartano, tramite la mediazione di Lillo Giambalvo, politico di Castelvetrano, ottiene anche un incontro con Ruggirello. A Sammartano sta molto a cuore la condizione di Giardina che si era detto, tra l’altro, pronto a lasciare “Articolo 4” per dissidi di natura politica con Ruggirello. E così, interviene il mafioso provando ad “appianare” le divergenze. Anche perché bisognava aiutare Giardina cje aveva precedentemente subito un furto all’uscita di uno dei supermercati che gestiva: 25 mila euro la cifra sottratta da un uomo col viso coperto.

E così, Sammartano interviene chiedendo spiegazioni a Rugirello che, annotano gli inquirenti “raccontava che in forza del rapporto d’amicizia che lo legava al Giardina si era mostrato disponibile ad aiutarlo facendogli recuperare delle somme di denaro con consulenze fittizie affidate a professionisti suoi amici”. Insomma, consulenze all’Ars, per diecimila in tutto, a due professionisti che sarebbero stati indicati dallo stesso Giardina. “… gli ho detto Vicè: io se potessi – si legge in una intercettazione del politico che risponde al mafioso – con tutto il cuore, ti posso agevolare se tu mi recuperi una para (un paio ndr) di nominativi di professionisti e nella maniera pulita, gli posso dare uno, due incarichi di consulenza e una diecina di mila euro li possiamo “acchiummigghiari” (recuperare ndr.) nel corso …… non è che posso fare un incarico di un legale di 5 mila euro per un giorno? Gli devo fare almeno tre mesi, quattro mesi di relazione”. Fittizie sì, ma almeno una parvenza di legalità doveva esserci insomma. E il “caso” appena descritto è, per gli inquirenti, di grande importanza: “Il politico che afferma al mafioso, – scrive il giudice Piergiorgio Morosini – dal quale si aspetta il sostegno elettorale, di avere il potere di disporre di soldi pubblici, sotto forma di inutili o fittizie consulenze, manda un messaggio chiaro: ‘Io posso fare favori illeciti e non ho alcun problema etico che possa frenarmi’.

L’appalto per i mobili 

C’è un altro presunto mafioso dietro, invece, alla segnalazioni di una ditta che avrebbe dovuto vincere una gara di appalto all’Ars. È Carmelo Salerno, di Paceco, a indicare la “Gulotta design” e Ruggirello, in quei mesi deputato questore (cioè uno dei parlamentari che sovrintende alle spese del Palazzo), avrebbe in questo caso “strumentalizzato il proprio ruolo di Deputato regionale – scrive il giudice – per favorire la ditta” e “consentirle di ottenere la fornitura di mobili ed arredi per ufficio presso la Regione Siciliana”. La sede è, per la precisione, quella di Palazzo dei Normanni dove viene ospitato il parlamento siciliano. Ruggirello, si legge nell’ordinanza, “nell’ambito di un rapporto di dare/avere con l’associato mafioso Salerno Carmelo, dimostrava di essere totalmente a disposizione di quest’ultimo”. È addirittura il figlio di Salerno ad accompagnare all’Ars Vito Gulotta, il titolare di fatto dell’azienda che avrebbe dovuto aggiudicarsi la gara. Ruggirello “ricambierà” la cortesia qualche giorno dopo andando a trovare Salerno, già sottoposto alla misura della libertà vigilata. Si incontrano poi un’altra volta, all’esterno di un bar, e in quell’occasione il politico assicura al mafioso che tutto era andato per il verso giusto: il titolare della ditta poteva già ordinare i mobili da far giungere all’Ars. Poi però succede qualcosa: per ragioni puramente personali, si “incrina” il rapporto tra il mafioso e il titolare della ditta. Salerno, insomma, prova a “bloccare” l’assegnazione, ma è troppo tardi: riuscirà solo a rallentare il pagamento della fattura da parte dell’Ars. Per questo, i magistrati scrivono: “Prono al volere dell’associato mafioso, Ruggirello sfrutta il suo potere e le sue relazioni per favorire o danneggiare esclusivamente secondo i desiderata di Salerno”.

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La società di assistenza

Il ruolo di deputato questore, spiegano i giudici, sarebbe servito a Ruggirello anche per la cura di interessi privati. Quelli, in particolare, relativi alla società “Serenità Società Cooperativa sociale onlus”. Secondo i magistrati, il politico trapanese avrebbe sfruttato il suo ruolo per “ottenere l’accreditamento di strutture socio assistenziali di cui lo stesso Ruggirello, in maniera occulta, era di fatto socio con pieni poteri decisionali ed operativi”. Il deputato, insieme alla psicologa Stefania Mistretta, avrebbero seguito personalmente l’iter per l’accreditamento della struttura, passaggio necessario per l’ottenimento di fondi pubblici. L’accreditamento arriverà, insieme ai primi progetti e a un finanziamento da 225 mila euro. Soldi che entravano nella società e finivano in parte, spiegano i giudici, nelle tasche di Ruggirello: come nel caso dell’affitto da 24 mila euro che la stessa società avrebbe pagato per lavorare nell’edificio che una volta era sede dell’Istituto bancario controllato dalla famiglia Ruggirello. Tra l’altro, nella stessa società figuravano, tra gli altri, come dipendenti anche la moglie di Ruggirello e la fidanzata di un nipote del politico.

Non dai terremotati, ma alla Leopolda

C’è poi un caso, raccolto dagli inquirenti, che fornirebbe una dimostrazione della “assoluta spregiudicatezza di Ruggirello nell’esercizio delle sue pubbliche funzioni”. Si tratterebbe dell’utilizzo “di fondi dell’Assemblea Regionale della Regione Sicilia per soggiorni privati”. Di cosa si tratta? Gli inquirenti annotano uno strano viaggio del deputato. Nel marzo del 2016 infatti chiede a una assistente di comunicare all’allora presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone che si sarebbe recato in “missione” nelle zone del centro Italia colpite dal terremoto. In particolare ad Assisi. Ruggirello invece, si legge nell’ordinanza, si recherà altrove, cioè “nella città di Firenze e zone limitrofe, per partecipare, a ‘titolo privato’, al convegno politico della ‘Leopolda’”. La grande kermesse dei renziani. Che in Sicilia sono già stati colpiti da più di una indagine.

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06 Marzo 2019, 06:00

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