10 Settembre 2019, 13:20
4 min di lettura
PALERMO – La Centrale unica di committenza per la Sicilia, per quello che riguarda il settore sanitario, non ha funzionato come doveva e così, il governo regionale ha deciso di affidarsi ad altri soggetti predisposti alle gare in altre Regioni e in particolare all’Aria, la società pubblica della Regione Lombardia, oltre a quella della Campania.
A deciderlo è stato il governo regionale dopo aver esaminato una proposta dell’assessorato alla Sanità in cui si leggono tutte le cause che hanno portato a questo esito. Dai molti contratti numerose volte prorogati, alle carenze della struttura, passando per la mancanza di presidente delle commissioni di gara, la Cuc non riesce a funzionare come dovrebbe e così è meglio guardare alle centrali di committenza delle altre Regioni che hanno buone prestazioni: l’Aria della Regione Lombardia e la Soresa della Regione Campania.
Con questo intervento, inoltre, il governo regionale continua a dimostrare un’attrazione per il modello Lombardia, già mostrata altre volte nel corso dell’ultimo anno. In questo anno la collaborazione fra le due amministrazioni ha visto ad esempio la firma di un accordo per l’esportazione in Sicilia del modello lombardo di gestione dell’emergenza sanitaria che ha portato al progetto di nascita dell’Areus. E sono lombarde le due figure centrali oggi servizio 118 di oggi e di domani: Alberto Zoli (manager di Areu in Lombardia) e Davide Croce attuale presidente di Seus.
Stavolta lo scopo è risparmiare quante più risorse possibili, non copiando modelli ma ricorrendo direttamente ad altre centrali di committenza. “Attraverso questa misura – spiega l’assessore alla Sanità Ruggero Razza – abbiamo permesso alla nostra Regione di ridurre gli sprechi attualmente discendenti dal ricorso a procedure poco coerenti con le indicazioni del mercato e di conformarsi agli standard maggiormente ottimali che provengono dall’esperienza delle cosiddette Regioni benchmark”.
“Di fatto – ha continuato il titolare dell’assessorato di Piazza Ottavio Ziino – mettiamo il nostro sistema sanitario, grazie a strumenti adeguati che assicurano criteri di acquisto più convenienti, nelle condizioni di ridurre le differenze con le altre Regioni, velocizzando le procedure e creando così dei risparmi significativi che potranno essere reinvestiti. Secondo le stime elaborate dagli uffici dell’assessorato – ha concluso Razza -, potremmo riuscire a realizzare risparmi per decine di milioni di euro che ci consentiranno di costituire un fondo per il rientro della mobilità passiva mediante il reimpiego dei DRG (raggruppamento omogeneo diagnosi, ndr) ‘in fuga’”.
Il flop della Cuc
La Cuc Sicilia “non risponde complessivamente alle esigenze di razionalizzazione e controllo della spesa in relazione alle quali è stato introdotto il sistema di centralizzazione delle committenze”. In altre parole è un mezzo fallimento. Una buona parte del dossier di proposta per il ricorso ad altre strutture per le gare d’appalti ricostruisce uno per uno le ragioni che stanno dietro a questa decisione, ragioni tutte legate all’incapacità di funzionare della struttura inserita nell’assessorato al bilancio.
Le ragioni sarebbero anzitutto legate alla governance. Le altre regioni, infatti, per fare le gare avrebbero creato una macro struttura: o un dipartimento o una società a totale partecipazione pubblica e non una struttura intermedia di un assessorato. A fronte degli 11 dipendenti nella Cuc siciliana il numero di dipendenti nella società lombarda è pari a 59 mentre in quella campana sono 99. Cambierebbe soprattutto l’organizzazione. Infatti mentre nelle altre Regioni le centrali acquisti hanno delle funzioni specializzate per l’acquisto in ambito sanitario e delle figure specializzate niente di questo ci sarebbe in Sicilia.
Anche i risultati delle performance sono differenti. La Soresa, la società campana, nel 2018, ha gestito tutte le 31 gare del suo servizio sanitario campano, per un valore di base d’asta pari a 8,6 miliardi e un risparmio di 1,2 miliardi. La centrale acquisti per la Lombardia, nei primi 4 mesi del 2019 ha aggiudicato 13 gare per un valore di base d’asta pari a 482 milioni e un risparmio di 151 milioni. La Cuc Sicilia, invece, ha aggiudicato gare che coprono solo in parte il fabbisogno del servizio regionale di farmaci e vaccini, dispositivi medici e di servizi non sanitari.
La difficoltà di avviare e portare a termine le procedure di gara, si legge sempre nella relazione dell’assessorato, porta allo svilupparsi di molte più aziende che agiscono in autonomia e con un largo uso delle proroghe. Nel settore dei servizi non sanitari, ad esempio, su 148 contratti attivi ci sarebbero 48 contratti in proroga, il 33 per cento. Di questi 48, quattro sono in proroga da più di dieci anni, 12 sono in proroga da più di cinque anni, 26 vengono rinnovati senza gara per un periodo compreso fra uno e cinque anni mentre sei proroghe sono state concesse nell’ultimo anno.
I possibili risparmi
Mentre in Sicilia, quindi, la Cuc non riesce a aggiudicare tutte le gare che dovrebbe, in Lombardia si registrano risparmi del 31 per cento in 4 mesi e in Campania il risparmio in un anno è stato pari al 14 per cento dell’importo a base d’asta. E così, in assessorato hanno provato a valutare quanto potrebbe essere il risparmio per il sistema regionale siciliano Nel caso più ottimistico potrebbe essere pari a 108 milioni e nel caso peggiore porterebbe a far risparmiare 62 milioni. Insomma, mentre si aspetta che la Cuc arrivi al livello delle altre centrali di committenza, il governo regionale punta a risparmiare andando altrove.
Pubblicato il
10 Settembre 2019, 13:20