Appalto strisce blu |Affidamento illegittimo

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04 Febbraio 2013, 17:17

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RIPOSTO – Sarebbero cinque le determine, adottate dal Comandante della polizia municipale, Giuseppe Ucciardello, ad aver violato, secondo l’accusa, le norme contenute nel codice degli appalti, ed in particolare i principi di trasparenza, adeguata pubblicità e parità di trattamento. Con la prima, risalente al 6 ottobre 2008, si diede il via all’affidamento diretto, per la durata di due anni, del servizio di gestione delle strisce blu, alla cooperativa “Porto dell’Etna”. Con le altre quattro l’affidamento venne via via prorogato per altri nove mesi.

Atti amministrativi, secondo Ucciardello, consentiti dalla legge 381 del ’91, che permette agli enti pubblici di stipulare convenzioni con cooperative sociali purché, come stabilito dall’articolo 5, “siano finalizzate a creare opportunità di lavoro per le persone svantaggiate”. Ma la cooperativa “Porto dell’Etna”, come risulterebbe dalle indagini svolte dalle Fiamme Gialle di Riposto, non avrebbe avuto sin dall’inizio nessuno dei requisiti previsti dalla legge. Addirittura risulterebbe iscritta all’albo delle cooperative solo dal 16 marzo 2009, ben cinque mesi dopo l’avvenuto affidamento.

Ma è l’intero quadro a presentare, secondo l’accusa, evidenti irregolarità. Nessun dipendente figurerebbe nel 2008 e l’unico soggetto riconosciuto come invalido civile sarebbe stato il socio Mario Di Bella. Due anni dopo, secondo quanto riportato nell’ordinanza del Gip, uno dei dipendenti risulterebbe assunto per le prime cinque settimane tra i normodotati e per le successive quarantotto tra i soggetti svantaggiati.

Nessun serio accertamento, quindi, sarebbe stato effettuato sulla cooperativa che, al momento dell’affidamento, era di fatto priva, oltreché della necessaria iscrizione all’albo regionale, anche dell’idonea documentazione rilasciata dalla pubblica amministrazione sullo stato di svantaggio dei soci-lavoratori. Solo nel giugno del 2011, dopo numerose proroghe, il Comune di Riposto avviò le procedure per l’affidamento, tramite gara, del servizio.  Ma anche lo svolgimento e la successiva aggiudicazione della gara presenterebbero numerose irregolarità. Il comune ionico e il legale rappresentante della cooperativa “Porto dell’Etna”, Salvatore Tropea, avrebbero messo in atto una serie di azioni con l’obiettivo di “creare l’apparenza della partecipazione di più imprese – si legge nell’ordinanza del Gip – in modo da consentire alla “Porto dell’Etna” di rimanere aggiudicataria e di proseguire nella gestione del servizio già illegittimamente affidato con la determina n.19 del 06.10.2008”.

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Cinque i concorrenti che risultano aver presentato domanda di partecipazione al bando di gara. Ma tre di loro hanno dichiarato di non avervi mai preso parte. I legali rappresentanti di un’associazione e di una cooperativa sociale avrebbero disconosciuto, addirittura, la firma apposta sulla richiesta. Secondo l’accusa, almeno in un caso, sarebbe stato l’ex assessore Michele D’Urso, ad aver falsificato la firma. Il responsabile di un’altra società avrebbe invece riferito di aver partecipato alla gara, pur non essendo interessato al servizio, dopo aver ricevuto una richiesta, a titolo di cortesia, da parte di Salvatore Tropea.

Di fatto, poi, il “Porto dell’Etna” fu l’unica cooperativa a presentare un’offerta, aggiudicandosi così il servizio. Per questo motivo risultano indagati per turbativa d’asta in concorso, oltre a Salvatore Tropea, Mario Di Bella e la moglie Emanuela Triolo, della cooperativa “Porto dell’Etna”, anche il sindaco Carmelo Spitaleri, il comandante della polizia municipale, Giuseppe Ucciardello, e l’ex assessore Michele D’Urso. Gli ultimi tre con l’aggravante di aver commesso i fatti nell’esercizio di una pubblica funzione.

 

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04 Febbraio 2013, 17:17

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